Beppe Grillo, "sistema corruttivo impressionante": i viaggi a scrocco del moralizzatore

di Giovanni Maria Jacobazzivenerdì 25 aprile 2025
Beppe Grillo, "sistema corruttivo impressionante": i viaggi a scrocco del moralizzatore
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Anche Beppe Grillo, suo figlio Ciro e gli altri ragazzi accusati di aver violentato una ragazza in Costa Smeralda ed ora sotto processo a Tempio Pausania, hanno viaggiato gratis a bordo delle navi della Tirrenia. Fra i destinatari dei circa 34mila biglietti omaggio distribuiti negli ultimi cinque anni dalla compagnia di navigazione del gruppo Onorato figura dunque anche il fondatore dei Cinque Stelle, movimento che fra i suoi punti fermi avrebbe proprio quello della lotta agli orrendi privilegi di casta. La circostanza dei viaggi a sbafo da parte di Grillo e soci è emersa dalle centinaia di pagine degli atti della maxi inchiesta della procura di Genova sugli omessi controlli riguardo il rispetto delle norme ambientali da parte dei traghetti del gruppo Onorato, leader dei collegamenti marittimi con la Sardegna e la Sicilia.

I magistrati genovesi, in particolare, ipotizzano che alcuni parti meccaniche dei motori delle navi, come i filtri dei fumi, non siano mai state sottoposte a verifica, in violazione quindi delle stringenti regole sulle emissioni nocive dei gas di scarico. A carico di Grillo, va detto, non sono state mosse contestazioni penali. Per i pm genovesi, dietro questa quantità veramente incredibile di biglietti gratis, si celerebbe un «meccanismo corruttivo impressionante», che coinvolge ufficiali «strategici» per le compagnie del gruppo Onorato: viaggi a scrocco per chiudere un occhio sui controlli. Nello sterminato elenco dei beneficiari dei biglietti compaiono i nomi anche del comandante generale della Guardia costiera – Capitaneria di porto, l’ammiraglio capo Nicola Carlone, e del contrammiraglio Roberto Isidori, attuale vicecapo di gabinetto di Matteo Salvini. Per gli investigatori i biglietti regalati erano «correlati inequivocabilmente» a trattamenti di favore. Gli indagati sono attualmente quaranta.

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Fra questi, il contrammiraglio Gianfranco Annunziata, ex capo ufficio per la politica militare del Ministero della Difesa, considerato dagli inquirenti tra i promotori del sistema di “traghettopoli” e che avrebbe ricevuto una trentina di biglietti per un valore di circa 9mila euro, l’ammiraglio Pier Federico Bisconti, ex vicesegretario generale della Difesa, l’ammiraglio Filippo Giovanni Maria Marini, attuale comandante della Capitaneria di porto di Venezia. Non mancano poi appartenenti alla polizia, alla guardia di finanza e all’Arma dei carabinieri. La posizione di due magistrati, i sostituti procuratori generali di Genova Ezio Castaldi (16 viaggi in Sardegna con la famiglia) e Cristina Camaiori (43 viaggi insieme al compagno), un carabiniere in servizio al palazzo di giustizia del capoluogo ligure, è stata stralciata ed inviata per competenza a Torino. Le due toghe si sono comunque già difese dicendo che non hanno mai effettuato indagini nei confronti del gruppo Onorato e quindi non sarebbe configurabile a loro carico il reato di corruzione.

Fra gli habitué dei viaggi gratis figura poi l’ex prefetto di Cagliari Gianfranco Tomao, alcuni dirigenti della prefettura di Livorno, l’ex comandante del nucleo navale delle Fiamme Gialle di Porto Ferraio Luca Boz, con circa 90 viaggi gratis. A parte gli eventuali risvolti di carattere penale, quella della ricerca dei biglietti gratis era diventata negli ultimi periodi, dalla lettura degli atti, uno dei «principali» compiti per gli ufficiali della Guardia Costiera - Capitaneria di porto, funzionalmente dipendente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Da una intercettazione telefonica, ad esempio, era emerso che il capo nostromo della Capitaneria di porto di Civitavecchia, Enrico Lisiola, dedicasse gran parte delle sue giornate alla raccolta dei biglietti omaggio per i suoi superiori gerarchici. «Tu te freghi ormai di quello che succede in porto – lo aveva redarguito Carmela Mancuso, dirigente di Tirrenia – ti interessi ormai solo dei biglietti». Per la compagnia di navigazione, secondo gli inquirenti, Lisiola sarebbe stato un punto di riferimento, essendo competente sull’assegnazione delle banchine nel porto laziale.

Sempre dalle intercettazioni, era però emersa anche la «difficoltà» delle compagnie del gruppo Onorato davanti a queste incessanti richieste di biglietti. A tal fine erano scattate delle procedure per arginare in qualche modo la pratica degli omaggi. «Personalmente posso farvi avere il free ma per gli amici posso farvi fare solo uno sconto. Capite la situazione, perché in questo momento stanno stringendo al massimo su tutto. Qui siamo ancora in cassa integrazione», aveva dichiarato un funzionario di Tirrenia. Sul fronte delle indagini, non hanno risposto ieri alle domande della giudice Silvia Carpanini i tre direttori di macchina della Tirrenia Alessio Ursomanno, Raffaele Del Gatto e Giovanni Ferrandino.

Per loro il pm Walter Cotugno ha chiesto l’interdittiva, come per altri otto, mentre per due ha chiesto gli arresti domiciliari. La giudice deciderà se accogliere o meno la richiesta al temine degli interrogatori preventivi che proseguiranno fino alla fine del mese. Il giorno prima, per la cronaca, anche Achille Onorato, figlio dell’armatore Vincenzo, attualmente amministratore delegato di Moby e Tirrenia Cin si era avvalso della facoltà di non rispondere. La linea difensiva per tutti pare essere al momento quella di non associare l’elargizione dei biglietti gratis alla corruzione dei pubblici ufficiali ma solo ad una «cortesia» istituzionale.

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