Ma che ridicola questa sinistra. Ieri il bersaglio preferito era Antonio Tajani, reo di aver criticato la candidata del centrosinistra a Genova, Silvia Salis. Anzi, prima ancora gli avevano rinfacciato di fare un comizio nel capoluogo ligure anziché andare a Gaza. Mala pochezza di argomenti contro il ministro degli esteri è arrivata su una battuta tipo «non basta rifarsi il trucco», riferito alla Salis, che evidentemente non era un’offesa.
Eppure, per aver detto che sostanzialmente la sinistra è povera di argomenti sulla città ed ha dovuto ricorrere ad una candidatura di bell’aspetto – compagni, è un complimento! – merita il rimprovero di una coalizione intera...
Contro Tajani hanno ritirato fuori pure il patriarcato e altre corbellerie del genere, per non rispondere sulle realizzazioni fatte e sui programmi prossimi del centrodestra della città della Lanterna. Un coro stonatissimo che certo non intimidirà uomini e donne della schieramento che sostiene il candidato Piciocchi, che del sindaco Bucci era meritatamente il vice.
NON SOLO APPARENZA
La sinistra conosce il livello di buona amministrazione della coalizione uscente e quindi la butta in caciara a poche ore dal voto del prossimo fine settimana. Chiunque abbia ascoltato a Genova le parole del leader di Forza Italia ha ben compreso che Tajani ha evidenziato quel che è un concetto doveroso. Dietro una battuta sull’avvenenza della Salis c’è la constatazione che il futuro di una grande città come Genova non si costruisce con la comunicazione o con l’apparenza, ma con la concretezza dei programmi, con l’esperienza, con l’affidabilità delle persone, come ha notato il senatore Bagnasco.
Ed è efficace, perché chiara e giusta, la presa di posizione di Rita Dalla Chiesa, che difende Tajani dagli attacchi: «Conosco bene il rispetto che ha verso tutte le donne e solo una opposizione in malafede poteva far finta di non comprendere. La grande città di Genova ha necessità di consolidare le basi per il suo rilancio economico, commerciale, turistico e, per questo, occorre conoscenza della macchina amministrativa, esperienza, programmi efficaci e realizzabili e capacità di buon governo. Tutte prove egregiamente superate dal nostro candidato sindaco che deve poter continuare il suo percorso nell’interesse della città e dei genovesi. Per questi obiettivi, non serve dunque la ricerca dell’immagine, di un look più accattivante, di una comunicazione a effetto di un’operazione di marketing. Ma servono fatti e dimostrazioni di aver fatto bene e di avere ancora un potenziale altissimo da investire sul territorio». Avvertenza per la sinistra: anche Rita Dalla Chiesa è una donna. Sessista pure lei?
E LE PRIMARIE?
Insomma, a Genova si scopre anche la sinistra suscettibile, che si impermalosisce se si fa notare che per candidare la Salis è stato tolto di mezzo persino il totem delle primarie. E che la sua improvvisa apparizione nel mondo della politica non è certo stata preceduta da un background di militanza attiva nei partiti o di esperienza amministrativa negli enti locali. Una candidatura sicuramente legittima, ma con il dubbio che rimane sulle capacità politiche della Salis. Tajani ha ipotizzato l’ipotesi che sia stata scelta più pensando alla bella presenza che al progetto per Genova ed è bastato così poco per far infuriare la sinistra. Eppure in città per giorni non si è parlato d’altro... La sinistra può sempre dire ciò che vuole sui candidati altrui, la destra no. Ma è un’illusione.