Contro Meloni il Pd arruola pure Mirko Tremaglia. Ma fa una figuraccia

Che figuraccia, compagni. D’altra parte è inevitabile: quando si usa il passato per fini politici, i risultati sono inevitabilmente disastrosi
di Alberto Busaccagiovedì 22 maggio 2025
Contro Meloni il Pd arruola pure Mirko Tremaglia. Ma fa una figuraccia
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Che figuraccia, compagni. D’altra parte è inevitabile: quando si usa il passato per fini politici, i risultati sono inevitabilmente disastrosi. E anche piuttosto grotteschi. È successo, in pratica, che per attaccare la maggioranza i progressisti hanno provato ad arruolare perfino Mirko Tremaglia, storico esponente del Msi e di Alleanza nazionale nonché, ai tempi dei governi Berlusconi, ministro per gli italiani nel mondo, ai quali ha dedicato buona parte del suo impegno politico. Ora, non serve dire che Tremaglia, con la sinistra, non ha nulla a che spartire. Eppure, alla Camera, durante l’esame del decreto cittadinanza, tanti deputati del Pd lo hanno evocato e celebrato. Leggiamo: Nicola Carè: «Il ministro Tremaglia amava ripetere, nei suoi viaggi tra le comunità italiane nel mondo: “l’Italia vi ama, l’Italia vi aspetta, l’Italia non vi dimenticherà mai”. Oggi la maggioranza sembra aver scordato quelle parole».

Christian Di Sanzo: «Voi che siete il partito di Mirko Tremaglia, uno degli artefici della riforma sul voto degli italiani all’estero, siete coloro che decretano la morte delle comunità all’estero». Fabio Porta: «Vergognatevi! State offendendo i morti di Marcinelle, i morti del Sirio, i morti di Mattmark. Lo state facendo offendendo anche la memoria di Mirko Tremaglia, che alcuni di noi hanno avuto l’onore di conoscere in quest’Aula».

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Piero Fassino: «In quest’Aula per molti anni si è battuto con determinazione, spesso non compreso, un uomo che ho avuto la fortuna di conoscere: si chiamava Mirko Tremaglia. Con Tremaglia noi facemmo approvare la legge che prevede il voto degli italiani all’estero. Ora voi state facendo strame di tutto questo». Intendiamoci, che anche da sinistra riconoscano i meriti e il valore di Mirko Tremaglia è sicuramente una cosa bella, anche perché non usuale in un Paese come il nostro abituato a un costante clima da guerra civile. Epperò non è sfuggito a nessuno che il nome di Tremaglia è stato in questo caso usato in maniera totalmente strumentale. Tanto che, a Montecitorio, ha deciso di intervenire sull’argomento anche l’onorevole Andrea Tremaglia, di Fdi, nipote di Mirko oltre che figlio di Marzio, ex assessore alla Cultura di Regione Lombardia scomparso 25 anni fa.

«Confesso», ha spiegato Tremaglia, «una certa difficoltà nell’intervenire in questo frangente e su questo argomento. Io senza dubbio ringrazio i colleghi che, anche privatamente, hanno inteso manifestare stima e apprezzamento nei confronti di mio nonno. Lo trovo, invece, quantomeno curioso da parte di altri colleghi - non mi sembra il caso di fare nomi - perché è il tentativo di aggiungere, molto tardivamente, al pantheon della sinistra un sottotenente della Repubblica sociale italiana, mai pentito di questa sua scelta, che è stato anche in questo Parlamento ma soprattutto fuori, per decine di anni, attaccato, vilipeso, offeso e minacciato di morte». Ecco, parole semplici e chiare, sufficienti a svelare tutta l’ipocrisia dell’operazione. Con un’ultima sferzata: «Per favore, lasciamo in pace i morti». Già, una lezione, questa, che i progressisti fanno sempre fatica a imparare... Ps: dopo Tremaglia, in Aula è intervenuto Filiberto Zaratti, di Avs: «Rivendicare l’appartenenza alla Repubblica sociale italiana con l’applauso dei deputati di Fdi è una cosa indegna». Ecco, svelato il giochino su Tremaglia, i compagni sono tornati rapidamente al classico antifascismo fuori tempo massimo...