Mattarella invita Pisani al Quirinale: "Stima e fiducia nelle forze dell'ordine". La risposta al Consiglio d'Europa

mercoledì 28 maggio 2025
Mattarella invita Pisani al Quirinale: "Stima e fiducia nelle forze dell'ordine". La risposta al Consiglio d'Europa
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Anche Sergio Mattarella è voluto intervenire sulla polemica del giorno, il richiamo del Consiglio d'Europa sul razzismo nelle forze dell'ordine. E lo ha fatto con un gesto concreto: il presidente della Repubblica ha invitato a colloquio per giovedì mattina il Capo della Polizia, direttore generale della Pubblica sicurezza, Vittorio Pisani, per riconfermare la stima e la fiducia della Repubblica nelle Forze dell’ordine, la cui azione si ispira allo spirito democratico e ai valori della Costituzione. A farne notizia è una nota del Colle.

Secondo l'organismo di Strasburgo, l'Italia deve "condurre uno studio indipendente sul fenomeno della profilazione razziale all'interno delle forze dell'ordine". A dirlo è Bertil Cottier, presidente dell'Ecri, la commissione contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa, che si occupa dei diritti umani, da non confondere con le istituzioni Ue. In realtà, l'affermazione non è nuova, ricalca anzi le 15 raccomandazioni per migliorare la lotta al razzismo e alla discriminazione fornite dall'Ecri nel suo sesto rapporto sull'Italia, pubblicato nell'ottobre 2024.

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Oggi, presentando il suo rapporto annuale 2024, l'organismo è tornato a parlare di razzismo tra le forze dell'ordine come di un fenomeno assai diffuso tra i suoi 46 Stati membri e ha ricordato le raccomandazioni all'Italia rispondendo a una domanda delle stampa. Per tutti i suoi membri, l'Ecri denuncia pratiche di profilazione razziale da parte delle forze dell'ordine basate su origine etnica o religione. Segnala inoltre l'elevata segregazione scolastica dei bambini rom, con istruzione di qualità inferiore. Il discorso d'odio transfobico resta diffuso, specie durante le campagne elettorali. Le persone intersessuali affrontano gravi problemi di salute e discriminazione. "In diversi Paesi europei" si vede "un fenomeno crescente" con "agenti di polizia che fermano persone per la strada basandosi sul colore della loro pelle, sulla loro reale o presunta nazionalità o religione. Questo va contro i valori europei", ha affermato la vicepresidente Tena Simonovic Einwalter.

E' seguita una alzata di scudi trasversale in difesa delle forze dell'ordine. Secondo il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi è "sorprendente e inaccettabile che il Consiglio d'Europa, che dovrebbe tutelare la democrazia, i diritti umani e il dialogo tra i popoli, rivolga giudizi infondati e ideologici". "Oggi, dopo l'ennesimo attacco gratuito e ingiusto verso chi rischia la vita per garantire la sicurezza di tutti, sono costretto a dire che quest'organismo da una condizione di dubbia utilità rischia di diventare perfino dannoso"."Consiglio d'Europa? Altro ente inutile, da sciogliere. Giù le mani dalle nostre forze di Polizia!", scrive la Lega. Tra le poche voci a difesa del rapporto c'è Piero Fassino, deputato del Pd e membro della delegazione italiana dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, che fa notare come "il rapporto dell'Ecri non sia solo sull'Italia, ma monitori tutti i Paesi. In quel rapporto l'accusa di razzismo alle forze di polizia non c'è".

Sul tema è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni: "Purtroppo non è la prima volta che alcuni organismi del Consiglio d'Europa - finanziato anche con i soldi dei cittadini italiani - si abbandonano a giudizi infondati, frutto di un approccio ideologico e di pregiudizi evidenti - scrive -. L'Italia fu, nel 1949, tra i dieci Stati fondatori del Consiglio d'Europa, nato nel dopoguerra per difendere la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto. Eppure, oggi quello spirito originario sembra smarrito, sostituito da dichiarazioni sempre più faziose e lontane dalla realtà".