Il fedelissimo di Michele Emiliano si è dimesso. Alessandro Delli Noci ha lasciato il ruolo da consigliere regionale, con la conseguenza della sua decadenza dall'incarico di assessore allo Sviluppo economico. Una decisione arrivata al termine dell'interrogatorio preventivo davanti al gip di Lecce, Angelo Zizzari, per rispondere sulle accuse che la Procura ha posto alla base della richiesta a suo carico di arresti domiciliari. Ossia per presunta corruzione e voto di scambio. "Ho rassegnato irrevocabilmente le mie deleghe assessorili grazie alle quali il presidente Emiliano mi ha onorato di rappresentare in questi anni la Regione Puglia in Italia e nel mondo - ha detto il diretto interessato -. Mi sono dimesso anche da consigliere regionale".
Una scelta "dura e dolorosa", la definisce, imposta da fatti altrettanto "duri e dolorosi". Al centro proprio le accuse a suo carico, legate alla presunta esistenza di un'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa e frode di finanziamenti pubblici con i Programmi Integrati di Agevolazione (Pia) e per le quali è stata richiesta la misura degli arresti domiciliari. Delli Noci lascia dunque i due "ruoli che ho svolto quotidianamente con passione, impegno, serietà, con il massimo rispetto per le Istituzioni e con la responsabilità di dover e poter governare per il bene della mia comunità, della provincia che mi ha eletto e della Puglia tutta intera". Immediata la replica del governatore della Regione Puglia, nonché esponente del Pd.
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«Un’idea innovativa e intelligente», si compiace l’assessore alla Sanità dell’Emili..."Alessandro Delli Noci mi ha comunicato la sua volontà di dimettersi da ogni carica per poter difendere se stesso, la sua famiglia e la Regione Puglia da tutte le accuse che gli sono state rivolte. Lo ringrazio per il magnifico lavoro che ha fatto aiutando l'economia pugliese a diventare la migliore d'Italia degli ultimi anni per tasso di crescita del Pil e per capacità di attrazione degli investimenti". E ancora: "Gli auguro di trovare al più presto un giudice che riconosca quello che tutti noi che abbiamo lavorato al suo fianco sappiamo benissimo e cioè che non ha commesso alcun reato".