Conte e Casarini, volano stracci a sinistra

L’ex premier M5S autorizzò le intercettazioni nel 2019. Picierno (Pd): "Dal leader Cinquestelle abisso di indecenza"
di Francesco Storacedomenica 15 giugno 2025
Conte e Casarini, volano stracci a sinistra
3' di lettura

Vorrebbero governare assieme, ma lo spettacolo non è dei più promettenti. Tra Pd e Cinquestelle ogni giorno ne scoppia una e stavolta in una miscela indigeribile di spionaggio. Se poi in prima fila a prendere sganassoni dall’“alleato” è il capo pentastellato Giuseppe Conte, è evidente che il castello è sull’orlo di crollare. E per mano di una coriacea esponente del Pd come Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo. Non le manda a dire.

Tutto parte dall’ammissione – inevitabile – che ha fatto l’ex premier sullo spionaggio “Paragon” a danno di Luca Casarini, beniamino delle Ong tiramigranti ed estremista di razza. Conte è stato il presidente del Consiglio – con tanto di delega ai servizi di sicurezza – ad aver autorizzato le intercettazioni su Casarini. Apriti cielo. Anzitutto perché finisce nel burrone tutta la campagna montata contro il governo Meloni, accusato nelle settimane scorse di aver messo su una specie di Spectre nel nome delle politiche migratorie. Era stato invece Conte a dare l’ordine ai servizi, a quanto pare; nella migliore delle ipotesi a non ostacolarli. Invece, ci siamo sobbarcati per troppo tempo le polemiche a vuoto contro l’esecutivo in carica, che con quelle spiate non c’entrava proprio nulla. E adesso la tensione si ritorce contro il centrosinistra che aveva cavalcato quella campagna fasulla, e la Picierno ne approfitta per togliersi pesantissimi sassolini dalle scarpe. Con il Pd in evidente imbarazzo.

Anche perché è lo stesso Conte a tentare di salvarsi in calcio d’angolo, scatenando le ire dei riformisti alla cui area appartiene proprio la Picierno. Ha detto il numero uno grillino: «Con tutto il rispetto, sta parlando di un singolo esponente del Pd. Non mi sembra questa la posizione ufficiale del Pd. Il Movimento 5 Stelle non fa scintille, per quanto ci riguarda, con il Pd».

E questa è stata la risposta, non molto elegante per la verità, che Conte ha dato ai giornalisti che gli chiedevano delle dichiarazioni di Pina Picierno sul leader pentastellato per il caso Paragon. Svicolando poi a tutta velocità. «Semplicemente, in Europa, la nostra posizione è molto chiara - prosegue - contro il riarmo, contro la follia di arrivare al 5% per quanto riguarda gli investimenti in spese militari». «Oggi sono qui – era a Salerno - perchè, come in tutta Italia, c’è questo gazebo, ci sono dei volantini, c’è un network giovani che ci sta chiedendo di investire sul loro futuro e non sulle armi - sottolinea l’ex premier - ce lo chiedono loro e ci stanno spiegando come e perché, con molta più saggezza dei nostri governanti, tutto questo è una follia che porta solo a escalation": mancava solo l’accusa alla Meloni di aver tirato giù missili da Israele sull’Iran...

Ma c’è il motivo che in realtà ha fatto infuriare Conte e sta proprio nella dichiarazione della vicepresidente di Strasburgo in quota Pd: «Un abisso di indecenza. Incluso tutto il teatrino precedente, il dito ostinatamente puntato verso altri, nonostante la consapevolezza privata che, nella migliore delle ipotesi, Conte ha fatto esattamente la stessa cosa. Ma a cosa è ridotta la politica?». Accanto al post social un articolo di Repubblica dal titolo: «Paragon, parla Conte: “Feci spiare Casarini ma non i giornalisti”». E giustamente la Picierno si chiede quale sia la differenza con il comportamento attribuito (e fasullo) al governo in carica ora.

La prima difesa dell’esponente della minoranza Pd (così Conte non si lamenta) è di un altro uomo del partito democratico, Filippo Sensi, che non ci va tanto per il sottile: «Leggo che un grillino (e qui stuzzica gravemente Conte, ndr) vorrebbe decidere chi è del Pd e chi no, quale sia la linea del Pd e quale no. Ci vuole una pazienza, infinita. Lascia correre, dice alla Picierno, lo sai come sono fatti».

Ma non è che da una parte striglia Conte e dall’altra vorrebbe dirgliene quattro ad Elly Schlein? La sensazione è che la partita sia solo all’inizio, dopo la bufera referendaria. Adesso attaccano Conte. Ma solo per ora...

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