OPINIONE

Tre spazi politici e una sintesi: il segreto di Giorgia Meloni

Come sta cambiando la mappa politica europea e una domanda: dov'è il centro?
di Mario Sechisabato 28 giugno 2025
Tre spazi politici e una sintesi: il segreto di Giorgia Meloni
3' di lettura

Come sta cambiando la mappa politica europea? A sinistra si sta spostando a sinistra, a destra si è posizionata ancora più a destra. In questo scenario qualcuno si fa la domanda: «Dov’è il centro?».

Dilemma inutile visto che la politica si è polarizzata in tutti i Paesi europei. Qualcuno immagina che in Italia possano aprirsi, sulla scia di quanto accade nell’intero Occidente, due spazi: lo “spazio Che Guevara” e lo “spazio Farage”, cioè una differenziazione a destra e a sinistra, un allontanamento dal defunto “spazio Franceschini” (che nessuno vuole) e l’innesco di una competizione più forte all’interno delle coalizioni.

L’effetto in Inghilterra è micidiale, Nigel Farage sta minacciando l’esistenza dei Tories e di rimbalzo anche del Labour; in Germania l’ascesa di Alternative für Deutschland ha messo il cancelliere Merz di fronte alla dura realtà di un debole governo con la Spd; a Parigi la France Insoumise di Mélenchon ha il potere di vita e di morte sul governo e, non a caso, lo stesso pulsante atomico ce l’ha Marine Le Pen; in Spagna il nuovo santino del Pd, Pedro Sanchez, è nei guai per scandali interni, dipende dal patto del kamasutra con gli indipendentisti catalani, è minacciato a destra da Vox e a sinistra da descamisados e barbudos iberici.

Perché in Italia finora questo scenario di instabilità non si è manifestato? Perché il centrodestra dopo tre annidi governo gode ancora della fiducia degli elettori? Perché Giorgia Meloni rappresenta oggi il governo più stabile d’Europa? La risposta è tutta nella capacità di Meloni di essere il federatore dei diversi (Lega e Forza Italia sono partiti che hanno storie differenti e qualche volta divergenti) e nello stesso tempo di interpretare la spinta identitaria della destra con la rivoluzione conservatrice che impone la contemporaneità.

Molti giudicano queste qualità di Meloni come un “doppio” di cui non si capisce mai l’identità: europeista a Bruxelles, trumpiana a Washington e “de destra” a Roma. È un ragionamento primitivo, superficiale, un errore di analisi che infatti costituisce un vantaggio competitivo della premier sugli avversari. Meloni ha una rara capacità di leadership che si esprime nel mestiere della “sintesi politica”.

Prendiamo Farage, un abile incantatore degli inglesi, ha vissuto varie stagioni, è salito su, è caduto, si è rialzato. Vive l’attimo, gli manca la dote più grande di uno statista che è quella della “longue durée”, della lunga durata, Farage è micidiale nel cogliere l’ondata, ma quando si esaurisce perde la spinta perché prima di tutto non è al governo e finora nessuno gli ha dato i voti per andarci, quel volpone di Nigel lo sa ed è ben contento di avere il solo grandissimo potere di far perdere tutti e esercitare il terrore sui Tories, mentre sulle soluzioni per governare si vedrà. AfD in Germania per sperare di andare al governo deve stravincere le prossime elezioni, missione impossibile per ragioni di sistema istituzionale, tempo (ancora una volta, il fattore della lunghezza) e di forza del messaggio che è destinato a esaurirsi e cambiare. Senza flessibilità e capacità di adattamento, vediamo leader che decollano a razzo e poi si schiantano. Lo “spazio Che Guevara”, lo “spazio Farage” e lo “spazio Franceschini” in Italia non esistono perché Meloni li annulla e i suoi alleati sanno che non c’è alcun dividendo politico nella competizione spinta al massimo, c’è la sconfitta e a nessuno piace perdere per la gloria.

Perfino a sinistra l’operazione dello spazio “oltre” la sinistra finisce per schiantarsi con il muro di Giorgia: se tu ti sposti nello “spazio Che Guevara” quelli che cercano una “forza tranquilla” (slogan di una grande campagna presidenziale del socialista François Mitterrand) alla fine voteranno lei, la prima donna a Palazzo Chigi, che rappresenta la sintesi e il punto di equilibrio dei tre spazi impossibili.

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