Silvia Salis sogna da leader: terremoto-Pd, il ruolo delle inchieste

venerdì 25 luglio 2025
Silvia Salis sogna da leader: terremoto-Pd, il ruolo delle inchieste
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Il centrosinistra è alla perenne ricerca di un grande federatore che possa condurre il Pd verso un'improbabile vittoria contro il centrodestra a guida Giorgia Meloni. Bruciate ormai le candidature di Ernesto Maria Ruffini e Beppe Sala, sale in testa alla classifica dei desideri del Nazareno il nome della sindaca di Genova Silvia Salis. Lady tasse - soprannome dovuto al suo esordio a suon di gabelle - è considerata una sorta di "Papa nero", un outsider che non viene dalla politica e che ha già dimostrato di rappresentare la sintesi perfetta dei pensieri di Dario Franceschini, Goffredo Bettini e Matteo Renzi, i tre alfieri del riformismo dem. Come riporta il Tempo, Salis sta già facendo i compiti. "Bisogna imparare a dare la palla a chi sa segnare", ha spiegato nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Il Pd, però, è alle prese con una tempesta giudiziaria che sta investendo i propri amministratori locali. E, in un certo senso, anche con il fuoco amico. Il Movimento Cinque Stelle, e in particolare il suo leader Giuseppe Conte, è scettico circa il sostegno a Matteo Ricci in vista delle prossime regionali nelle Marche. Nonostante l'ex sindaco di Pesaro abbia già trasmesso le carte per cui è indagato sia a Schlein che a Conte: "Spero che i 5 stelle capiscano le mie ragioni e si possa andare avanti", ha detto l'ex avvocato del popolo. Basterà? Difficile dirlo, soprattutto perché i colonnelli specificano in continuazione quanto sia decisiva l’etica per il movimento dell’ex Presidente del Consiglio: "Non possiamo sciogliere la riserva prima del 30 luglio, quando Ricci sarà ascoltato in Procura". Insomma, i grillini prendono tempo. 

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Così prende il via un intricato risiko politico che parte dalle Marche e giunge fino in Campania, dove si pensava di aver trovato una convergenza sul nome di Roberto Fico come candidato del campo largo nella Regione che fu - ma è ancora - di Vincenzo De Luca. Ma il governatore è pronto a giocare le sue carte. Come? Intanto ha già chiesto al partito due assessori, una sua lista in coalizione, il partito regionale al figlio Piero, una esibita continuità con la sua amministrazione. "Ci si mette un minuto a caricare il Governatore e azzerare la disponibilità di Fico", hanno confessato due deputati dem al Tempo. Stesso discorso anche per la Toscana, dove il M5S potrebbe restare a mani vuote: nessun assessorato di peso per Giuseppe Conte. Insomma, da "testardamente unitari" a Mezzogiorno di fuoco.

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