Faide in Toscana e Campania. E il caos Pd si allarga alla Calabria

di Elisa Calessisabato 2 agosto 2025
Faide in Toscana e Campania. E il caos Pd si allarga alla Calabria
3' di lettura

Dopo il semaforo verde per Matteo Ricci arrivato da Giuseppe Conte, si è chiuso per il Pd il dossier Marche. Una soluzione sudata che Elly Schlein ha prontamente festeggiato con una giornata marchigiana al fianco di Ricci, tra Ascoli Piceno e Pesaro. «Sono molto contenta», ha commentato, «che tutte le forze, compreso il Movimento 5 Stelle, abbiano confermato il pieno supporto a Matteo Ricci. Siamo convinti di poter vincere accanto a lui. Naturalmente stiamo lavorando per chiudere le alleanze anche in tutte le altre regioni che andranno al voto».

La verità è che il capitolo delle candidature del centrosinistra per le regionali è in alto mare. Innanzitutto il caso Marche ha lasciato una scia di fastidio tra idem, per come Conte ha trattato il candidato Pd, inscenando una sorta di giudizio parallelo a quello del tribunale. Non a caso ieri Chiara Gribaudo, vicinissima alla segretaria, rassicurava sul fatto che «non siamo subalterni, siamo seri, e soprattutto non siamo garantisti a fasi alterne» (come invece i Cinquestelle, n.d.r). Quindi, dopo aver ricordato al M5S che «il nostro avversario comune è la destra», metteva in chiaro che il Pd continuerà per la sua strada «senza veti e senza pregiudizi», e chiedendo «rispetto per questo processo di cui ci siamo fatti carico, anche perché gli italiani vogliono un'alternativa a questa destra». Parole che si potrebbero tradurre così: cari alleati, abbiate rispetto per chi, il Pd, sta provando a costruire una coalizione che possa battere il centrodestra, mentre voi vi preoccupate solo dei vostri sondaggi. E smettetela con “veti” e pretese di dettare legge anche in casa altrui.

Tensioni che poi si traducono nella grande incertezza del quadro per le Regionali. Ieri Francesco Boccia ha di fatto confermato che i candidati per Toscana e Puglia sono Giani e Decaro. «Giani», ha detto, «ha governato bene e con correttezza sta aspettando che il partito completi il lavoro per allargare la coalizione», quanto alla Puglia «Decaro è il candidato più autorevole che il Pd possa mettere al servizio della coalizione, che deciderà». Non a caso il governatore della Toscana ha colto al volo l’apertura di Boccia, dicendo con elegante malizia - che gli facevano «particolarmente piacere» le sue parole e osservando come Boccia, «persona vicina a Elly Schlein» indica «con molta chiarezza Decaro per la Puglia e il sottoscritto per la Toscana come candidati naturali, e quindi per l’ufficializzazione sono in attesa dell’ultimo lavorìo per creare il campo largo». Come dire: io ci sono, voi ci siete, cosa aspettiamo? La risposta la sanno tutti ed è il problema di Schlein. Si aspetta che Conte dica di sì.

La Toscana, del resto, non è l’unica casella da riempire. Ieri, per esempio, Vincenzo De Luca, governatore uscente della Campania, è tornato ad attaccare la norma che vieta un terzo mandato «servita a colpire qualche esponente che si presentava come uomo libero», e ha ironizzato sul Pd «che ha deciso di superare l’ipocrisia del no al terzo mandato per candidare gente al quinto mandato». Perché «se ci si candida a sindaco per due mandati e poi a europarlamentare per un terzo mandato e alla Regione per successivi dieci anni vuol dire che anche il Pd, tranne l’ipocrisia di qualche presidente uscente, ha deciso di adottare la linea della doppiezza». Chiaro riferimento a Ricci.

In più si è aggiunta la Calabria, dopo le dimissioni di Roberto Occhiuto che porteranno a votare prima della scadenza naturale. Alcuni giorni fa c’era stata una riunione dei tre partiti che siedono all’opposizione in Regione (Pd, Avs e M5S) per cominciare a ragionare su una coalizione e quindi su un nome comune. Ora si deve accelerare, ma non sarà facile trovare un’intesa. Il Pd punta su due nomi: Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria o Nicola Irto, segretario regionale. Il M5S, però, ha fatto filtrare di non essere convinto da nessuno dei due e ha due carte alternative: Vittoria Baldino o Anna Laura Orrico, entrambe deputate e contiane di ferro. E spunta anche la carta del magistrato Nicola Gratteri.

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