Per l'opposizione la Patria non è Roma

di Daniele Capezzonedomenica 24 agosto 2025
Per l'opposizione la Patria non è Roma

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Quando la Patria chiama, la sinistra c’è. Quando il tricolore garrisce al vento, pure. Occhio al “dettaglio”, però: la Patria è la Francia, e il tricolore ha un inconfondibile blu al posto del verde. E così, con la consueta puntualità, non appena il solito Emmanuel Macron ha inscenato la sua commediola anti -Salvini, come un sol uomo i leader e i sottoleader della sinistra italiana sono insorti per aggredire il leghista e simpatizzare con il francese.

La cosa è due volte bizzarra. Nel metodo, perché i neo-legionari filomacronisti sembrano voler vietare a un leader politico italiano di potersi esprimere. Non si può più dire nemmeno un innocuo “Macron si attacchi al tram”?

Tanto per fare un banale confronto, proprio nel numero di oggi di Libero trovate la sequenza di insulti e improperi giunti da Parigi verso Roma dal momento della nascita del governo guidato da Giorgia Meloni. E allora come funziona questo rapporto italo-francese? I galletti transalpini sono liberi di insolentirci allegramente, mentre da qui si possono solo lanciare petali di rosa?

Tra l’altro, a sostenere questa tesi curiosa è la stessa sinistra che ogni giorno riversa insulti irriferibili contro i leader stranieri sgraditi, da Donald Trump a Bibi Netanyahu. E quindi, di nuovo, saremmo dentro uno spettacolare doppio standard: offesa libera verso i capi di stato e di governo che non piacciono a Schlein-Bonelli-Fratoianni-Conte, ma intoccabilità dei loro amichetti stranieri.

Non solo: la bizzarria si estende pure al merito della polemica. Salvini, com’è noto, è contrario all’ipotesi di truppe europee (e quindi anche italiane) da inviare ora in Ucraina, mentre Macron oscilla tra affermazioni più interventiste e qualche retromarcia tattica. Prescindiamo un momento dall’opinione di ciascuno di noi sul punto: ciò che conta è che, su questa specifica questione, i partiti della sinistra italiana la pensano più come Salvini che come il presidente francese. Non risulta infatti che Pd, Avs e grillini vogliano inviare soldati italiani in Est Europa.

E allora ecco il testacoda più spettacolare: perfino quando nel merito della faccenda la sinistra potrebbe convergere con Meloni e Salvini, la coazione a ripetere e il disturbo ossessivo-compulsivo sono più forti di tutto. Prima si attacca il governo, e poi - forse - si discute. Con un bell’inchino in direzione Eliseo.