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Manovra, la destra taglia le tasse e Landini va in piazza

In questi giorni il governo sta decidendo come distribuire le risorse della manovra a sostegno dei redditi, del potere d’acquisto e delle imprese
di Sandro Iacomettimercoledì 8 ottobre 2025
Manovra, la destra taglia le tasse e Landini va in piazza

(LaPresse)

3' di lettura

Quando le opposizioni e la Cgil smetteranno di solleticare la pancia del movimento pro Pal a caccia di quei consensi che le urne e i lavoratori continuano a negare, magari si ricorderanno che proprio in questi giorni il governo sta decidendo come distribuire le risorse della manovra a sostegno dei redditi, del potere d’acquisto e delle imprese. Temi che agli italiani appassionano, giustamente, assai più della Flottilla o delle manifestazioni filo Hamas. «Gli spazi per fare la riduzione delle tasse per il ceto medio ci sono e ci sono anche gli spazi per la pace fiscale. Si dice che ha un costo ma il costo è una rispalmatura nel corso del tempo. Se diamo fiato a chi è sommerso dalle cartelle, forse non uccidiamo l'impresa e questa può continuare a contribuire», ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel corso di un evento elettorale in Toscana. «Con la nuova legge di bilancio vorremmo darci l'obiettivo di dare un segnale al ceto medio, finora ci siamo concentrati sui redditi più bassi. Dipende dalle risorse ma ci sono diverse misure allo studio per la fascia che arriva a 50mila euro», ha ribadito il premier Giorgia Meloni, intervenuta a Porta a Porta.

Il quanto e il come si deciderà a breve. Nel pomeriggio di oggi i leader della maggioranza si incontreranno per cercare una sintesi sulla legge di bilancio, attesa in Cdm lunedì 13 ottobre. Si dovrebbe partire da una base di 16 miliardi, destinati al taglio dell'Irpef, all'ampliamento del perimetro delle misure sulla natalità, all’aumento graduale delle spese del comparto difesa e alla sterilizzazione dell'aumento dell'età pensionabile di tre mesi dal 2027. Nel dettaglio, il pacchetto famiglia vale circa in miliardo. Si fa spazio l'ipotesi di ampliare le agevolazioni fiscali con l’applicazione di un quoziente familiare ai nuclei con almeno due figli, mentre nelle ultime leggi di bilancio il focus era tarato sulle famiglie numerose, con almeno tre. La maggioranza sarebbe anche al lavoro perla conferma del congedo parentale facoltativo all'80% dello stipendio per tre mesi.

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Quanto al taglio dell'Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a 50mila euro fino a 440 euro l'anno in più in busta paga - costerebbe circa 4 miliardi. Forza Italia spinge perché la sforbiciata arrivi fino a 60mila euro, ma servirebbero altri 3 miliardi, difficili da reperire. Anche per la rottamazione risorse limitate. Sembra profilarsi una versione light in 96 rate per massimo 8 anni. Servirebbe almeno un miliardo per farla.

Il percorso di definizione delle misure vedrà anche il coinvolgimento delle parti sociali. Almeno quelle disponibili al confronto. E staremo a vedere se Maurizio Landini, che ha indetto una conferenza stampa per oggi, lo sarà. La convocazione per i sindacati è prevista per venerdì. E la Cisl, per bocca della segretaria Daniele Fumarola, ha già fatto sapere che sul fisco la richiesta sarà di abbassare l’aliquota Irpef dal 35% al 32% per i redditi fino a 60.000 euro per «alleggerire il carico fiscale su chi lavora e produce, che ha subito molto con l'inflazione e il fiscal drag».

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Per le imprese l’appuntamento è previsto per lunedì, prima del Cdm. Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, citando le parole usate dalla Meloni all’ultima assemblea degli imprenditori, ha invitato il governo «a volare alto». E per farlo, ha proseguito, «non bisogna scordarsi delle imprese». La premier è «vicina», ma «lo vogliamo vedere nei fatti, anche nella legge di bilancio». Restando sul terreno delle imprese, non si preannunciano buone notizie per quelle bancarie, sui cui Giorgetti non sembra intenzionato a mollare. «Nel momento in cui si fa uno sforzo di sistema, è giusto che tutti lo facciano», ha spiegato, «la banca nasce per prendere i risparmi e prestarli all'economia reale. Nella misura in cui fa questa cosa, fa una attività meritoria e indispensabile per l'economia. Ma oggi tante banche fanno enormi profitti non facendo questo, ma gestendo la ricchezza in modo passivo, con le commissioni».

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