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Anna Maria Bernini, la campagna per sfrattare dagli atenei gli estremisti di sinistra

Aggressioni a prof, rettorati occupati, aule inagibili e insulti a membri del governo. La lettera del ministro per cercare di tornare alla normalità
di Pietro De Leolunedì 13 ottobre 2025
Anna Maria Bernini, la campagna per sfrattare dagli atenei gli estremisti di sinistra

3' di lettura

C’è un aspetto non secondario della mobilitazione pro-Pal in Italia, di cui si parla in misura minore rispetto alle piazze ma che è altrettanto importante: l’occupazione delle università. È rilevante perché, per un gruppo minoritario che si appropria degli spazi, stravolge calendari, fa saltare lezioni ed esami c’è una maggioranza cui viene impedito di studiare. In aggiunta ai messaggi spesso violenti e alle contestazioni del tutto sconsiderate che vengono portati avanti. Spesso si passa ahinoi ai fatti, come nel caso del prof dell’università di Pisa aggredito da alcuni studenti pro-Pal. O delle iniziative fuor di logica: il ministro Anna Maria Bernini è stata contestata qualche giorno fa all’Università di Pisa sulla posizione del governo per il Medio Oriente. Proprio mentre era lì per accogliere studenti palestinesi che, in virtù del cosiddetto “corridoio accademico”, vengono ospitati in Italia per proseguire il loro percorso universitario. Insomma, i pro-Pal contestano chi vuol aiutare i palestinesi. Non è assurdo? È degli ultimi giorni la notizia di una missiva inviata alla presidente della “Crui” (Conferenza dei Rettori) Laura Ramaciotti, siglata dal segretario generale del Mur (ministero Università e Ricerca) Marco Mancini in cui si chiede di far rispettare le regole negli atenei: da un lato garantire la libertà di manifestare, dall’altro però tutelare «il diritto di tutte gli studenti di proseguire regolarmente le proprie attività di studio accedendo liberamente agli spazi universitari».

Un’iniziativa incoraggiata dal ministro che l’altroieri aveva sottolineato: «Le occupazioni sono troppe, ho scritto una lettera a i rettori dicendo che dobbiamo provvedere a tutto questo, un eccesso di occupazione significa privazione di un diritto fondamentale, quello allo studio. Stiamo ricevendo lettere dagli studenti, dai ricercatori e dai dottorandi, richieste di aiuto perché non riescono più, non potendo accedere alle segreterie, ad avere pagate le loro borse di studio. Siamo al paradosso. All’Università, e ci mancherebbe, si può manifestare liberamente. Ma si deve lavorare, si deve studiare». L’iniziativa di Bernini ha raccolto il plauso della numero uno della Crui, così come di altri rettori. Non però di Tomaso Montanari, che guida l’università per stranieri di Siena: «Il messaggio non è forse quello evidentemente sottinteso: “Qui non si parla di politica?”». E aggiunge: «Se davvero il Mur ha a cuore l’attuazione del diritto allo studio, di ben altre cose dovrebbe occuparsi che non delle occupazioni studentesche!». Montanari minimizza il problema. In effetti nelle ultime settimane non è successo nulla. Stiliamo un elenco molto parziale: l’occupazione del rettorato di Genova, dove un componente del personale tecnico-amministrativo è stato aggredito e costretto a ricorrere alle cure dei sanitari; l’aggressione, durante una lezione, al professor Rino Casella dell’Università di Pisa da parte di alcuni studenti pro Pal; i cartelli apparsi dentro un bar abusivo alla Statale di Milano durante l’occupazione, con scritto: “Birre 2 €, sbirri morti 3 €”. E ancora: i 1.500 studenti iscritti all’Università di Bologna che non possono accedere agli spazi che frequentano abitualmente per seguire le lezioni e studiare, così come i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ai quali è stato precluso l’accesso ai laboratori.

PIPPO

Le Università italiane sono oggi in mano a minoranze aggressive, violente e intolleranti che tengono in scacco la...

Bazzecole, per Montanari. Nel frattempo alla Statale di Milano hanno smobilitato, all’indomani della lettera del ministero alla Crui. Mentre a oggi pare si andrà avanti nelle occupazioni a Genova, Bologna, Firenze. La stessa Firenze dove, il 7 ottobre scorso, si è tenuto un incontro dal titolo “Dal fiume al mare - Dibattito su liberazione palestinese, sionismo e prospettive di Lotta”. Cancellazione di Israele, quindi. In questi atenei pare non attecchisca l’evoluzione che si è verificata in Medio Oriente, con l’accordo sulla prima parte del piano di Trump, il ritiro parziale dell’Idf e gli aiuti che entrano a Gaza. Sono gli ultimi giapponesi dell’ideologia. Lo è anche Tomaso Montanari.