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L'Emilia rossa prepara la legge per difendere gli abusivi. Pd-M5S coi centri sociali

lunedì 27 ottobre 2025
 L'Emilia rossa prepara la legge per difendere gli abusivi. Pd-M5S coi centri sociali

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Che strano: niente più paginate né trasmissioni sugli sfratti di Bologna. E come mai? Smontate da Libero tutte le balle rosse – ma oggi ne smontiamo altre – i giornali vicini al centrosinistra hanno dimenticato la vicenda. Puff, sparita. Di più: non è mai esistita. E però tra i politici c’è chi non s’arrende, anzi rilancia, ovviamente sfruttando le stesse balle. Ci vuole un certo coraggio e Michele De Pascale, governatore dem dell’Emilia Romagna, ne ha da vendere.

Gli sfratti delle due famiglie, lo ha confermato il proprietario dello stabile, non c’entrano nulla con la realizzazione di altrettanti bed and breakfast? Ecco che De Pascale annuncia (al Quotidiano Nazionale): «Entro fine anno faremo una legge sugli affitti brevi che dia strumenti per stabilire una quota percentuale di unità destinate, requisiti, limitazioni e contributi di costruzione». È ciò che vogliono i centri sociali seguiti dall’intellighenzia perbenista, che denuncia il «capitalismo abitativo».

De Pascale, come l’estrema sinistra, giustifica gli occupanti irregolari: «Quella famiglia (in realtà sono due, ndr) ha sempre pagato il canone e non ha avuto il rinnovo del contratto perché un fondo internazionale ha comprato quella casa per metterla nel mercato degli affitti turistici. È un cambio di genoma».

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No, è un cambio della realtà, per ignoranza in materia o malafede, ma una non esclude l’altra. La società proprietaria dell’immobile, ripetiamo, ha smentito la costruzione di b&b, e inoltre ha spiegato che gli avvisi di sfratto sono stati inviati a entrambe le famiglie a dicembre 2022, e che un contratto era scaduto da quasi due anni (novembre 2023) e l’altro da settembre 2024.

L’avvocato della proprietà ha inoltre smentito (altra balla rossa) che nel frattempo le famiglie, una marocchina e l’altra bengalese, abbiano continuato a corrispondere l’affitto: «I successivi pagamenti non risultano regolari». De Pascale non arriva all’esproprio proletario, ma non ci va distante: «Nessuno vuole limitare la proprietà privata (grazie della concessione, ndr) ... ma se in una città il turismo invece di essere un volano per economia, occupazione e strutture ricettive diventa il modo per sottrarre le case alle persone soprattutto a quelle più fragili e arricchire i fondi, beh qualcosa non va». Il governatore va avanti: «Pensare di scaricare sull’autorecupero delle famiglie un’emergenza di queste dimensioni è velleitario, esporre le famiglie con bambini nelle occupazioni è sbagliato». Non dite a De Pascale, o se lo fate abbiate cautela, che gli occupanti erano stati informati del giorno degli sfratti (una famiglia era al settimo avviso, l’altra al terzo) e hanno deciso scientemente di tenere in casa i minori.
Inoltre, ennesima balla della sinistra smentita perfino dall’assessore del Comune di Bologna, al momento dello sfratto gli assistenti sociali non dovevano esserci, e infatti non c’erano.

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E il sindaco di Bologna? Matteo Lepore dà la colpa al governo, si capisce: «Non possiamo scaricare né sulle famiglie i problemi dell’emergenza, né sull’unico soggetto che sta facendo qualcosa, cioè il Comune di Bologna». Cosa stia facendo non si sa, o meglio, osserva lo stesso collettivo che si è barricato dentro gli appartamenti per contrastare gli sfratti, il Plat, che occupa con 150 persone un altro edificio dove dovrebbe nascere uno studentato.

Ecco i 5Stelle: «Le immagini dello sfratto con l’interventi di agenti in tenuta antisommossa, con famiglie costrette a lasciare la propria abitazione, sono un arretramento civile e sociale inaccettabile. La Regione sta già lavorando a una legge sugli affitti brevi», sottolineano, «ma servono da subito strumenti per evitare nuove situazioni come quella di via Michelino. Il diritto all’abitare è parte integrante della lotta contro la povertà». Ma non l’avevano abolita?