Attesa per il vertice di giovedì tra Trump e Xi Jinping ed eventuale ricasco sull'Ucraina. Trionfo di Milei alle elezioni in Argentina. "Ma vi anticipo che per Repubblica la notizia non c'è, un articoletto a pagina 20 in taglio basso. Poco più generosa La Stampa, sbocco di veleno su Avvenire". Daniele Capezzone apre così la sua rubrica "Occhio al caffè", la rassegna stampa politicamente scorrettissima di oggi.
A Roma per vedere il Papa e Meloni c'è il premier ungherese Viktor Orban: "Consueta mano tesa a Putin ed espressioni sferzanti ma non inappropriate sull'Europa. Crisi isterica a sinistra, 'Meloni smentisca!'. Come se Meloni avesse dovuto dare due schiaffi a Orban", ironizza il direttore editoriale di Libero.
"Poteva Ranucci non coinvolgere l'editore di Libero, Il Giornale e Il Tempo per la seconda volta in pochi giorni? No, e infatti non si è astenuto dall'impresa. Però attenzione, in trincea con lui c'è il Fatto quotidiano ma su Repubblica, sia pur con titolo mimetizzato, si discosta Luigi Manconi che dice che trasmettere una telefonata privata e ininfluente tra un marito (l'allora ministro Sangiuliano, ndr) e una moglie con l'effetto di umiliazione di una famiglia non è una grande impresa".
Schlein e i suoi numeri particolari da Fabio Fazio. "Il Pd cresce tantissimo"? No, le cose non stanno proprio così. Modifiche (buone) in vista sulla manovra. Ed Emanuele Fiano, a Venezia, è stato interrotto in un dibattito dai soliti comunisti pro-Pal. "Lui parla di fascismo ma... Piano, so' compagni! Non vorremmo dare brutte notizie". Ultima segnalazione: "Repubblica in estasi per la possibile vittoria alle elezioni a New York del candidato islamo-comunista".




