Festa grande sui giornali di opposizione: improvvisamente, senza che nessun italiano se ne sia accorto, pare sia caduto "il regime" di Giorgia Meloni. Sono bastate tre elezioni regionali con due vittorie (scontate) per accendere un entusiasmo trascinante in alcune delle redazioni che più hanno masticato amaro in questi ultimi anni.
La rassegna stampa post-voto in Veneto, Campania e Puglia regala delle sorprese surreali, quasi grottesche. Qualche quotidiano mantiene un giusto senso critico. Il Corriere della Sera parla di "Voto senza scosse", facendo riferimento proprio al fatto che l'esito era per certi versi già scritto: il Veneto resta al centrodestra, Campania e Puglia al centrosinistra. Per il Foglio "il vento non è cambiato". E il direttore Claudio Cerasa addirittura nota come in queste "regionali senza sorprese" con uno "status quo confermato", le "buone notizie" arrivano "più per il governo che per la sua alternativa"

Spostandosi verso la sinistra dell'arco giornalistico, ecco i primi fuochi d'artificio. Per il Domani "Meloni non balla più". E lo stesso giochino si ripete sulla prima pagina del Fatto quotidiano: "Chi non salta vince le elezioni", una variazione sul contestatissimo balletto sul palco di Napoli della premier Giorgia Meloni al grido "Chi non salta comunista è", goliardata che tanto aveva indignato Sandro Ruotolo, Andrea Scanzi e Lilli Gruber. Il giornale diretto da Marco Travaglio sottolinea: "La destra fallisce la rimonta in Campania" (aggiungiamo noi: per il Pd in Veneto la rimonta non è nemmeno mai cominciata...).

Meno sbracata e più sibillina Repubblica "Avviso a Meloni". Un filo rosso che collega il quotidiano-partito al partito vero, quello Democratico. D'altronde, a pagina 3 spicca l'intervista alla stessa segretaria Elly Schlein, che ad Annalisa Cuzzocrea annuncia tronfia: "Da questa alleanza non si torna indietro". Non solo, alle politiche nel 2027 "uniti non si vince, si stravince". Chissà, al Nazareno qulcuno starà già cominciando a ballare e saltellare.




