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Fazzolari: "Ranucci, scenetta concordata. Superbonus? Gravissimo"

mercoledì 26 novembre 2025
Fazzolari: "Ranucci, scenetta concordata. Superbonus? Gravissimo"

4' di lettura

"Il caso Garofani è totalmente chiuso, c'è stato un chiarimento ulteriore rispetto al necessario tra presidente del Consiglio e presidente della Repubblica". Lo ha sottolineato Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario all'Attuazione del programma, all'evento "Energie nuove. Investimenti, reti, relazioni", promosso da Libero Quotidiano.

Intervistato dal direttore Mario Sechi, il braccio destro di Giorgia Meloni ha commentato tutti i principali temi di politica interna ed estera, compresa la polemica relativa a Sigfrido Ranucci, conduttore di Report. "Va al parlamento europeo e dice che io ho attivato i servizi per farlo seguire, è un reato chiaro, perché Ranucci non è andato in procura a denunciare? Era una cosa oggettivamente grave ma è finita così". "Ho attivato una mediazione con Ranucci", spiega. "La vicenda è stata rilanciata invece dalla scenetta in commissione antimafia: 'su questa domanda deve secretare la risposta'. A me è sembrata una scenetta concordata con Scarpinato. Io penso che su queste cose bisogna essere seri. Se io fossi un giornalista chiederei a Ranucci di spiegarsi. Se dici che Fazzolari ha attivato i servizi segreti hai una prova? Credo che questa situazione abbia superato i confini della realtà"

DOPO LE REGIONALI 

"Nulla è cambiato. Da quando si è insediato il governo non ci sono state sorprese particolari. Il centrodestra governa 13 regioni, in questa ultima tornata elettorale la sinistra ha confermato delle sue roccaforti senza riuscire ad affermarsi in altre Regioni. Il consenso complessivo nei confronti del centrodestra non è mutato e a distanza di tre anni con scelte serie fatte non era scontato". A chi dice che le elezioni regionali sono state un campanello di allarme per Meloni, Fazzolari replica: "Ho visto i dati, rispetto alle ultime regionali FdI è cresciuta di parecchio. Rispetto alle politiche e alle europee cala. Abbiamo scoperto che quando il candidato è Meloni il partito va meglio. E' un dato che ci sta. Una buona parte del consenso che va su FdI è personale di Meloni, ne prendiamo atto. L'importante è che FdI cresce anche quando Meloni non è candidata". 

PREMIERATO E LEGGE ELETTORALE 

"Sulla legge elettorale sarebbe molto importante il dialogo con l'opposizione, ci auguriamo che anche nostri interlocutori si immagino una legge elettorale che rimanga nel tempo e che vada scelta, a prescindere da chi oggi potrebbe trarne un vantaggio". Il premierato andrà in porto prima della fine della legislatura? "Sì, si completerà l’iter parlamentare di riforma del premierato e poi verrà sottoposto al giudizio degli italiani. Il referendum con ogni probabilità andrà alla prossima legislatura".

"Vorremmo immaginare - ha proseguito - una legge elettorale già adatta alla riforma del premierato. Il sistema che vige con i sindaci e le Regioni è il modello che andrebbe seguito. Credo che un proporzionale, con premio di maggioranza e indicazione del presidente del Consiglio, sia il modo più trasparente per interessare chi non si occupa di politica" 

SUPERBONUS  

"Non c'è mai stata nella storia dell'umanità una misura così regressiva come il superbonus. È stata un'operazione che ha tolto ai poveri per dare ai ricchi, per un totale di 127 miliardi, oltre 200 miliardi con i bonus edilizi: farlo gravare sulla fiscalità generale per ristrutturare le seconde case è gravissimo. Il Pnrr sono 198 miliardi, il superbonus del Conte II ci costa oltre 200 miliardi". 

TITOLI DI STATO

"Quando siamo arrivati" al governo "i titoli di Stato italiani erano poco più che titoli spazzatura. Il governo è stabile e stiamo vedendo quanti vantaggi concreti ci sono: il rating, i titoli di Stato, gli accordi commerciali che riusciamo a chiudere. Se questa diventasse la regola per l'Italia sarebbe un enorme vantaggio". 

RUSSIA

"Credo che un domani, tra qualche anno, verrà riconosciuto che l'Italia ha avuto un grande ruolo in questa fase storica vitale per l'Europa. Che l'Italia tenesse una posizione così ferma di sostegno all'Ucraina non era scontato. E' stato fatto grazie alla forte leadership di Meloni, che è riuscita a tenere ferma una posizione nonostante l'opinione pubblica complessiva fosse molto fredda. E un ruolo importante l'ha giocato il presidente Mattarella, quando le posizioni dei nostri partner europei era molto tiepida. A febbraio 2022 nessuna nazione si era mossa immediatamente a sostegno dell'Ucraina, solo Regno Unito, Polonia e Repubblica Ceca. In quella fase il ruolo di Draghi e Mattarella è stato molto importante".

"Con la base del piano americano, modificato dagli europei, Italia compresa, ci auguriamo si possa arrivare a un accordo di buonsenso. E l'unico oggettivamente di buonsenso è il congelamento della linea del fronte e una discussione in cui entrambi gli Stati rivendicano la sovranità sulle cinque regioni contese rinunciando entrambi a conquistarli con la forza".

"La grande complicazione è che Putin deve trovare un accordo di pace che gli consenta di salvare la faccia". Per questo "la soluzione di una pace è molto, molto complessa, perché gli interessi della Russia non coincidono con quelli di Putin e del suo regime. Se proviamo a ragionare sulla base di cosa converrebbe oggi alla Russia, è molto semplice: è in grande difficoltà, aveva immaginato un conflitto veloce, si è impantanata in un conflitto che la sta mettendo in grandissima difficoltà e la possibilità di un collasso della società russa non è da escludere - ha aggiunto -. Verrebbe da dire che la Russia ha tutto l'interesse a trovare una soluzione di pace, ma Putin uscirebbe fortemente sconfitto. Se guardiamo la diapositiva del 2022 e quella di oggi, nel 2022 la Russia era percepita come una grande potenza, un partner a livello degli Usa, con una dipendenza totale dell'Ue nei confronti della Russia e una situazione dei confini russi oggettivamente tranquilla. A distanza di tre anni e nove mesi l'Europa si è staccata dalla dipendenza russa, e Putin è riuscito nell'impresa storica di far entrare Svezia e Finlandia nella Nato".