Per la Farnesina arriva una riforma, nel senso più autentico della parola. «L’inizio di una vera rivoluzione», l’ha definita il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, presentando a Villa Madama, ieri, i contenuti di un cambiamento che entrerà in vigore dal primo gennaio. Un ministero degli Esteri con una struttura cambiata - a costo zero per venire incontro alle esigenze del mondo in continua evoluzione, e che vede la tutela delle imprese nel loro percorso di internazionalizzazione uno dei punti fondamentali della politica estera, in una chiave di lettura autenticamente liberale.
La «diplomazia della crescita», la definisce Tajani. Dunque, ecco il quadro. Viene introdotto un doppio modello: «Il ministero», osserva il capo della diplomazia, «avrà una “testa” politica ma anche una “testa” economica». Dunque, accanto all’attuale segretario generale ci saranno due vice aggiunti, uno che si concentrerà sulla dimensione politica e l’altro su quella economica. «L’obiettivo», spiega ancora Tajani, «è che le due teste si concentrino in maniera coordinata su politica ed economia perché il mondo è cambiato».
ESPORTAZIONI
Proprio per la creazione delle migliori condizioni dei operatività perle imprese, nascerà la direzione generale perla crescita e la promozione delle esportazioni, che sarà il punto di riferimento unico per il tessuto produttivo: «Tutti gli imprenditori possono avere un punto di riferimento preciso per una politica economica coordinata». E dal 2026 l’intera rete diplomatica si muoverà in questa direzione: «Tutte le nostre sedi diplomatiche», annuncia ancora Tajani, «saranno delle piattaforme per sostenere ogni impresa italiana affinché nessun imprenditore si senta solo». L’obiettivo, ricorda ancora il ministro, è spingere sull’export: «Oggi l’Italia esporta beni per 623 miliardi. Dobbiamo arrivare a 700 miliardi». Nelle more di questa grande riforma ci sono altri aspetti rilevanti. Il primo guarda alla dimensione digitale. Così, arriva la direzione generale per la cybersicurezza, pensata per affrontare «gli attacchi cibernetici» e la «guerra ibrida», con una sala operativa dedicata e collaborazioni con il ministero della Difesa. Parallelamente verranno potenziati i servizi ai cittadini all’estero, digitalizzati i rapporti con i consolati e introdotta la possibilità di inviare proposte all’Unità per la semplificazione.
Poi c’è il tema del capitale umano, sull’accesso alla carriera diplomatica. Finora il concorso era riservato soltanto ai laureati in scienze politiche e giurisprudenza. «Secondo me è un po’ limitante», ha affermato il ministro. Dunque, ora, verrà aperto a tutte le lauree, con l’obiettivo di attirare i migliori talenti. Durante l’illustrazione della riforma, il ministro ha posto l’accento anche sull’importante ruolo ricoperto dal ministero sul piano umanitario.
Così, insieme all’impegno per Gaza, l’attenzione ora è rivolta anche al Sudan, dove, spiega Tajani, «Siamo fortemente impegnati. Proprio dalla Farnesina arriveranno aiuti consistenti prima di Natale che giungeranno a Port Sudan. Ci saranno aerei e poi probabilmente una nave per aiutare donne e bambini di quel Paese martoriato da una guerra di cui si parla poco».
IL PERCORSO
È un nuovo intervento nel solco di quella «diplomazia della solidarietà» promossa dal Consigliere ecclesiastico del ministro, Monsignor Marco Malizia. Alla presentazione ha partecipato anche il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo: «Questa riorganizzazione è una riforma sistemica, è una riforma che come dipartimento della Funzione Pubblica abbiamo condiviso. Lo abbiamo fatto con grande convinzione perché stiamo vivendo un’epoca di cambiamenti. Un’epoca di cambiamenti epocali».
E ancora, ha affermato: «Il contesto geopolitico sta mutando, le ricadute sull’economia sono profonde e saremmo superficiali se pensassimo di agire come nel passato», ha osservato il ministro, sottolineando che la pubblica amministrazione ha «bisogno di amministrazioni resilienti, servono leader non solo dirigenti».
Positivo anche il giudizio della presidente della Commissione Esteri e Difesa del Senato, Stefania Craxi: «La diplomazia», ha spiegato, «parla il linguaggio dei mercati globali, la riforma del ministero degli Esteri favorisce l'interconnessione tra dimensioni e rafforza il ruolo del ministero». Dunque «l’esigenza è di valorizzare la presenza italiana nel mondo, operare in modo coordinato per promuovere l’Italia e difendere i suoi interessi».