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OPINIONE

Prepariamoci al 2026: sarà l'anno decisivo (non solo per l'Italia)

di Mario Sechidomenica 7 dicembre 2025
Prepariamoci al 2026: sarà l'anno decisivo (non solo per l'Italia)

2' di lettura

Il film del 2025 è ai titoli di coda, all’orizzonte comincia a vedersi il profilo del 2026. Come sarà? Sul piano interno, il nuovo anno sarà un tour de force elettorale: entro marzo-aprile ci sarà il referendum sulla riforma della giustizia, sarà il giro di boa che proietta i partiti verso il voto nazionale. Il centrodestra guidato da Giorgia Meloni ha affrontato la tempesta perfetta: l’uscita dalla crisi materiale e spirituale del lockdown pandemico; il controllo dei conti pubblici e la promozione delle agenzie di rating; il superamento dell’iper-inflazione e una politica fiscale che ha protetto le famiglie; una politica estera con una leadership riconosciuta dagli altri Paesi. Al centro dell’uragano, lo shock del conflitto in Medio Oriente e la guerra di logoramento della Russia in Ucraina che prosegue. L’agente di cambiamento è l’America.

L’amministrazione di Donald Trump non è un episodio, il ciclo “Maga” ha radici profonde, ha una classe dirigente strutturata, colta, determinata, dietro le quinte ci sono istituzioni potenti, un’immensa leva finanziaria, aziende che plasmano il futuro, università e centri di ricerca d’eccellenza. È la forza della terra del ranch e del grattacielo, delle Grandi Pianure e della Silicon Valley. È una società competitiva che ha deciso di cambiare rotta. E noi? L’Europa è in crisi perché non ha un esempio simile di unità e direzione, è ciecamente adagiata su una centralità persa da decenni, le assurdità ideologiche che ne minano lo spirito creativo si ripetono all’infinito.

La prova è nella reazione isterica delle élite di fronte alle iniziative di Washington e delle sue imprese globali. Abbiamo perso la sfida tecnologica, siamo nani nell’era digitale, schiavi nel mondo dell’energia, rabdomanti di materie prime. Che cosa siamo? Non si sa. Che cosa vogliamo? Che tutto resti come prima, nell’attesa della pensione pagata dai nostri figli. In questo Big Bang della Storia, il governo Meloni ha il compito di prepararsi alla difesa dell’interesse nazionale, sollecitare l’impegno di quei rari pezzi di alta borghesia responsabile, unire i ceti produttivi, proteggere le famiglie, riformare ciò che si può e preparare un secondo mandato per cambiare tutto, prima che sia troppo tardi. Il 2026 sarà un anno decisivo per il futuro dei popoli europei, si sono spalancati i cancelli della realtà.