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Il campo largo è diviso da Gaza all’Ucraina

Pacifiscmo, putinismo e credibiità internazionale inesistente: i nodi delle opposizioni vengono al pettine
di Fabrizio Cicchittogiovedì 11 dicembre 2025
Il campo largo è diviso da Gaza all’Ucraina

3' di lettura

Caro Direttore, consenta al sottoscritto di svolgere un ruolo di bastian contrario ma in modo assolutamente bilanciato. Partiamo da Donald Trump. Alcune delle sue critiche nei confronti dei dirigenti europei sono giuste, ma paradossalmente, come in parte ha detto la stessa Meloni, esse spingono nella direzione non del sovranismo delle singole nazioni europee, ma di un salto di qualità proprio sul terreno dell’europeismo (una politica della difesa comune, e una politica estera concordata) bilanciato da un forte impegno nazionale a partire da un maggiore filtro nei confronti dei migranti.

Per non nascondersi dietro a un dito questo rilancio di un europeismo diverso da quello attuale però è richiesto anche da una questione su cui invece emerge una netta divergenza con Trump che riguarda la tutela dell’Ucraina e il giudizio di fondo su Putin. Infatti qualora Putin “piallasse” l’Ucraina, anche grazie all’atteggiamento di Trump, è altissimo il rischio che la Russia investa la Moldavia, i Paesi Baltici, la Finlandia e la Svezia. Probabilmente è vero che Putin non vuole «rifare l’Urss», anche perché egli non è un comunista, ma un ultra nazionalista autoritario che caso mai punta a rifare la “Santa Madre Russia”: anche in questo caso esiste un obiettivo più limitato di espansione territoriale con una serie di conseguenze politico-militari che creerebbero problemi seri per l’autonomia nazionale e la libertà di alcuni Paesi.

Per ciò che riguarda l’immediato, dobbiamo augurarci che Giorgia Meloni abbia successo in due operazioni assai difficili: la prima è che riesca, visti i suoi rapporti con Trump, a realizzare i termini di una intesa più favorevole per l’Ucraina rispetto a quelli emersi negli inaccettabili 28 punti e che il futuro dell’Ucraina sia garantito in termini politico militari sia dagli Usa sia dalle nazioni europee. Ciò detto sarebbe unilaterale e sbagliato non fare i conti con l’altra faccia della medaglia, vale a dire con le enormi contraddizioni che emergono dall’opposizione di sinistra.

Infatti solo una parte del Pd è credibile per ciò che riguarda il sostegno alla Ucraina, una altra parte, forse maggioritaria, non lo è affatto. Non parliamo poi di Conte e del M5S, chiaramente putinisti, e di Verdi e Sinistra che non sono putinisti ma ultra pacifisti, contrari ad ogni sostegno a Kiev.

Ma per il Pd nel suo complesso le cose si complicano maledettamente sul terreno della sua credibilità internazionale per ciò che riguarda l’antisemitismo e i rapporti con l’estremismo palestinese. Infatti il senatore Delrio, insieme ad altri parlamentari, ha presentato un disegno di legge sull’antisemitismo in termini ineccepibili. Invece c’è stata una durissima reazione negativa della maggioranza del Pd. Quest’ultimo fronte, attraverso l’antisionismo e l’attacco a Netanyahu, vuole forse coprire un suo sostanziale antisemitismo di sinistra? Ciò riguarda solo una piccola parte della maggioranza del partito, per il resto derivano da un profondo opportunismo politico ed elettorale. Pur non avendolo dichiarato esplicitamente, la maggioranza del Pd ritiene che le associazioni palestinesi in Italia sono una componente fondamentale del campo largo, come M5S e Avs.

Queste associazioni palestinesi, però, sono caratterizzate da due elementi inquietanti: hanno collegamenti sotterranei ma reali con Hamas, e rapporti espliciti con la Fratellanza Musulmana. In secondo luogo, una parte cospicua di queste associazioni pratica nel nostro Paese in modo sistematico lo squadrismo e colpisce la libertà di opinione nelle Università. Di conseguenza, la maggioranza del Pd sul piano internazionale presenta delle contraddizioni che sommandosi con le posizioni esplicitamente neutraliste e filo putiniste del M5S toglie ogni credibilità internazionale all’opposizione di sinistra.

In sostanza, caro Direttore, nel 2025 dall’Ucraina a Gaza si sono sommate contraddizioni rilevanti nel sistema politico italiano che andranno affrontate nel 2026 con margini rilevanti di imprevedibilità.