Come era ampiamente prevedibile, la contro-Atreju organizzata da Elly Schlein è finita in caciara in perfetto stile Pd. "Abbiamo convocato poche direzioni per discutere e questo non ci rafforza, perché abbiamo chiamato divisione quella che è discussione interna - ha spiegato la senatrice Simona Malpezzi -. Unità non è pensiero unico. Se noi ci conosciamo nelle nostre differenze, ci riconosciamo nella nostra forza. Abbiamo preferito alla discussione interna quella sui giornali, senza avere la possibilità di discutere tra di noi. Io sono spesso stata in minoranza, non ho paura del confronto. Il rischio è che non riusciamo ad allargarci nel Paese. Io sono testarda ma anche unitaria, chi lo conosce lo sa. Si può essere testardi, unitari ma anche riuscire a dare a tutti quel senso di appartenenza che serve ed è questo che ti chiedo di fare".
Stesso discorso anche per Pina Picierno. "Ascoltare giudizi verso alcuni nostri compagni, etichette: come 'guerrafondai', 'riformisti da salotto', 'sionisti' dimostra un conformismo avvelenato, che spinge ad allinearsi o ad andarsene fuori dal Pd o a stare zitto - ha setto -. Il pluralismo si pratica non si proclama e basta. Noi siamo più forti di così, anche questo significa essere alternativa. Non convocare le direzioni, prendere decisioni e poi comunicarle sui media, ci rende più fragili. Le divisioni si generano quando il confronto arranca".
