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Il nucleare nell'agenda del ministro Romani

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Confermata l'intenzione di nominare entro l'anno i vertici dell'Agenzia per la sicurezza nucleare

Roberto Amaglio
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In questi primi due giorni da ministro, sembrano essersi definite le priorità di Paolo Romani, divenuto il responsabile dell'esecutivo Berlusconi dello sviluppo economico. Oltre al giro di incontri con i rappresentanti delle associazioni sindacali e delle imprese italiane (ci sono 170 tavoli di crisi aziendali), l'ex deputato di Forza Italia ora nelle fila del Pdl ha premuto il piede sull'acceleratore del nucleare. A margine della serie di incontri istituzionali che sta avendo al ministero di via Veneto, Romani ha infatti sostenuto che le nomine ai vertici della nuova Agenzia per la sicurezza nucleare saranno fatte entro l'anno, essendo già all'ordine del giorno del Governo. Nello specifico, nell'incontro con l'amministratore delegato di Enel Fulvio Conti Paolo Romani ha ribadito la sua linea. "Sono un convinto assertore della strategia 50-25-25, che prevede che il 25% del fabbisogno di energia in Italia venga garantito dal nucleare. In tal senso Enel è l'unica grande azienda che ha a che fare con tutte e tre le tecnologie, quella francese, quella russa e quella statunitense". Oltre al nucleare, Romani si sta anche occupando della questione incentivi, capitolato di spesa in cui il governo avrebbe ancora a disposizione 126 milioni di euro da poter investire. "Stiamo valutando la possibilità di risuddividere quello che rimane degli incentivi ai consumi per i settori in crisi", ha chiosato il neo ministro ai giornalisti.

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