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Bossi: "Chi non vota il federalismo non farà accordi con noi"

Il leader della Lega contro i 'ricatti' di Pd e Terzo polo: "Riforma passerà, chi vuole far arrabbiare il Nord? Su Fini: "Si deve dimettere"

Giulio Bucchi
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Il Pd 'ricatta', il Terzo polo minaccia e la Lega reagisce. Il federalismo fiscale è a rischio ma a blindarlo ci pensa Umberto Bossi in persona, che risponde a Casini e avverte: "Solo chi lo vota potrà fare accordi con noi". Come dire: la maggioranza è aperta solo a chi dimostra nei fatti una linea comune. Il federalismo fiscale è elemento chiave per il programma di governo e anche per questo il Senatur ribadisce una posizione già annunciata più volte: "Se non passa si vota, però vedremo se davvero non passerà. Perché si vorrebbe far arrabbiare il Nord?". Nessuna sponda ad eventuali inciuci, perché sulla riforma "non è me che deve convincere - spiega il leader della Lega - ma è la nostra base". La strada, intanto, pare spianata: "Abbiamo accettato tutto quello che l'Anci (l'associazione dei Comuni italiani, ndr) ci ha chiesto". MANOVRE IN PARLAMENTO - Non c'è solo il f ederalismo a tenere banco in Parlamento. Oggi alle 17 è atteso il voto della mozione di sfiducia al ministro della Cultura Sandro Bondi, e Bossi anche a questo proposito accusa l'atteggiamento dell'opposizione: "Ragionano così: 'lasciamo andare tutto in malora, tanto poi spilliamo i quattrini al Nord'". Dito puntato anche contro il presidente della Camera Gianfranco Fini: "Mi pare che debba dimettersi", taglia corto Bossi.

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