Appi, da formazione a lavoro vicino a psicomotricisti
Roma, 19 nov. (Labitalia) - Il professionista della psicomotricità è tutelato, dalla formazione all'esercizio del lavoro vero e proprio, dall'Appi, 'Associazione professionale psicomotricisti italiani' che aderisce al Colap (Coordinamento libere associazioni professionali). "Lo psicomotricista -spiega a Labitalia Silvia Cattafesta, presidente nazionale Appi- è il professionista del linguaggio corporeo, cioè colui che si interessa degli aspetti fisici della persona, andando appunto a studiare il corpo, grazie anche a tecniche specifiche di mediazione corporea". "Interviene -afferma- in ambito preventivo-educativo e il suo lavoro si concretizza con interventi in piccoli gruppi, volti allo sviluppo del benessere, della maturità affettiva, della competenza sociale, cognitiva e relazionale". "Lo psicomotricista interviene -continua Cattafesta- nella relazione di aiuto alla persona, soprattutto in equipe multidisciplinari, quindi collaborando e affiancando altri professionisti che operano in ambito sanitario". "La formazione dello psicomotricista si basa -ricorda a Labitalia Franco Boscaini, presidente della Federazione italiana scuole superiori professionali di psicomotricità- su un insieme di programmi che sono al 50% di ordine biologico-medico e al 50% di ordine psicologico, tutti orientati sulla conoscenza del corpo e sul suo utilizzo come mediatore di aiuto alla persona". "Si fa riferimento -riferisce- ai programmi europei di formazione cioè 2.800 ore, a cui si aggiungono oltre 900 ore di tirocinio. Nel terzo anno fanno il cosiddetto tirocinio diretto, sperimentando direttamente le competenze e si fanno conoscere, avendo così la possibilità di allargare le potenzialità di un lavoro che molti trovano facilmente entro la conclusione del terzo anno". "La maggior parte opera nella libera professione, gli altri ha contratti professionali con enti pubblici", conclude.