Mafia: compagna Rostagno, i suoi appunti ritrovati svelano complicita'
Cronaca
Roma, 21 apr. - (Adnkronos) - "Gli appunti svelano quali erano le complicita' tra Stato e Mafia che Mauro aveva intuito e intendeva raccontare nelle sue trasmissioni. E' rilevante raccontare come e quando Mauro raccoglie quella scheda. Mauro era convinto che Trapani fosse alla vigilia di una 'primavera civile'. Credeva che magistrati e forze dell'ordine si stavano dando da fare e si attendeva che anche la citta' si sarebbe presto scossa. Poi, qualche mese prima di essere ucciso, Mauro incontro', era il luglio del 1988, Paolo Borsellino e il giudice raffreddo' molto il suo entusiasmo". Lo afferma in un'intervista a 'Repubblica' Chicca Roveri, compagna del giornalista Mauro Rostagno, ucciso il 26 settembre 1988, parlando degli appunti del compagno, acquisiti gia' negli anni '90 agli atti dell'inchiesta sull'omicidio del giornalista, rimasti dimenticati in una busta e ora ritrovati. "Borsellino - racconta Roveri - gli disse che era in corso una 'normalizzazione', al contrario, e le inchieste stavano rallentando. Fece anche i nomi dei responsabili di quell'insabbiamento. Gli fece il nome di un giudice dell'ufficio istruzione, di un dirigente della polizia giudiziaria. E' un fatto che Mauro, dopo quell'incontro, annota dei nomi e alcuni nessi con l'omicidio del sostituto procuratore Gian Giacomo Ciaccio Montalto e il potere della famiglia dei Minore". Quelle note, secondo Roveri, "significano che Mauro aveva capito quel che molti sapevano e tutti avrebbero potuto capire: uomini dello Stato proteggevano gli interessi delle famiglie mafiose".