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Delitto via Poma: per giudici raggiunta piena prova responsabilita' Busco

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Cronaca

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Roma, 26 apr. - (Adnkronos) - Ad accusare Raniero Busco del delitto di Simonetta Cesaroni ci sono numerosi elementi che forniscono la prova della sua responsabilita'. E' quanto affermano i giudici della terza Corte d'Assise di Roma presieduta da Evelina Canale nella motivazione della sentenza con la quale l'ex fidanzato della Cesaroni e' stato condannato il 26 gennaio scorso a 24 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato. In particolare secondo la Corte gli elementi sono: "La presenza del dna dell'imputato sul corpetto e sul reggiseno specialmente in corrispondenza del capezzolo sinistro della vittima; l'assenza di dna di altre persone tranne che quello della vittima; la contestualita' tra il morso dato dall'assassino al capezzolo sinistro e l'azione omicidiaria; l'appartenenza a Busco deil'impronta del morso". Gli elementi portati dalla difesa dell'imputato per confutare queste prove non reggono secondo la Corte ad un vaglio critico perche' non c'e' dubbio che le tracce sugli indumenti intimi della Cesaroni appartenenti a Busco siano state lasciate nel momento in cui la giovane venne uccisa. Secondo i giudici se per assurdo si volesse ipotizzare che a mordere il seno e ad uccidere Simonetta Cesaroni sia stata un'altra persona, questa avrebbe dovuto necessariamente lasciare il proprio dna sugli indumenti della ragazza. Ma cio' non e' accaduto perche' sul corpetto e sul reggiseno sono stati trovati soltanto materiali biologici della vittima in maniera grande e in maniera ridotta di Busco. (segue)

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