Scuola: il poeta, con no a Divina Commedia trionfa dittatura dell'ignoranza
Cronaca
Roma, 12 mar. (Adnkronos) - "I vantaggi che si possono trarre dalla lettura e dallo studio della Divina Commedia sono cosi' tanti che affermazioni di questo genere sono soltanto ridicole. Se non si capiscono i vantaggi che un poema come la Divina Commedia, che forse e' il piu' grande di tutti i tempi e di tutte le letterature, e' in grado di dare, siamo davvero di fronte alla dittatura dell'ignoranza". Cosi' Maurizio Cucchi, poeta, critico letterario e traduttore commenta, con l'Adnkronos, senza nascondere la sua sorpresa e la sua ironia, la proposta dell'organizzazione di ricercatori e professionisti, 'Gherush92', consulente speciale del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, secondo la quale la Divina Commedia andrebbe eliminata dai programmi scolastici o, quanto meno, letta con le dovute accortezze, visto che contiene stereotipi, luoghi comuni, contenuti e frasi offensive, razziste, islamofobiche e antisemite. "Mi sembra che la banalita' sia evidente. E poi, con tutto quello che c'e' in giro, se ci si occupa in questo modo della Divina Commedia stiamo freschi. Una proposta di questo genere -continua Cucchi- si condanna da sola. A questo punto, pur di essere visibili si fa qualunque cosa, qualsiasi stupidaggine. Ci si deve rendere conto, pero', che essere visibili puo' anche tradursi in un attestato di ignominia pubblico. Quando si dice una stupidaggine in privato e' un conto. Ma quando la si dice in pubblico e' tutt'altra cosa". Per Cucchi, del resto, "va considerata la complessita' dell'opera poetica. Nessuna affermazione che vi e' contenuta va presa alla lettera. Senno', non sarebbe poesia". "La Divina Commedia - spiega Cucchi- ha una risonanza di echi in ogni parola enorme. L'utilita' che, un'opera del genere, puo' dare all'umanita' intera e' al di sopra di ogni sospetto, e di ogni possibile critica. Per cui il vantaggio e' cosi' elevato che, anche se ci fossero elementi discutibili, sarebbe davvero minima cosa", conclude Cucchi.