Arte: Firenze, scoperti i capelli d'oro sulla Venere dei Medici (4)
Cultura
(Adnkronos) - Se le tracce dell'originaria policromia sopravvivono spesso in buono stato di conservazione nelle opere di diretta derivazione archeologica - perche' la terra conserva -, assai piu' difficile e' invece la loro sopravvivenza sulle sculture che hanno conosciuto secoli di storie e di vicende collezionistiche, come le statue della Galleria degli Uffizi. Se si considera che, ancora sul finire del Settecento, marmi che presentavano vistosi resti di coloritura, a Firenze come a Napoli o a Roma, furono oggetto di accurate lisciature ad acido per cancellare i resti di una decorazione ritenuta il prodotto di interventi tardivi che avevano turbato il candore originario, la sfida di restituire l'originaria veste colorata alle sculture di antica collezione puo' sembrare un'impresa disperata e destinata al fallimento. I verdi dei sarcofagi con Nereidi, realizzati con la preziosissima polvere di lapislazzulo, i neri ottenuti con polvere di carbone per disegnare le iridi di ritratti e statue, come quelle dell'atleta del primo corridoio, il blu notte col quale era dipinto il vello della pantera del gruppo della Menade danzante, i rossi di ossido di ferro utilizzati per colorare la stola della matrona augustea presentata alla recente mostra ''Volti svelati'' sono solo alcune delle cromie ritrovate dopo mesi di pazienti ricerche e analisi mirate. (segue)