Lavoro: Di Pietro, da governo scalpo art. 18 per Bce, cosi' Paese non cresce
Politica
Roma, 20 mar. (Adnkronos) - "Su temi delicatissimi quali il lavoro e i diritti dei lavoratori tra governo e parti sociali si sta consumando una commedia degli equivoci. Questa trattativa e' iniziata parlando dei giovani, riconoscendone l'insopportabile condizione di precarieta' e la totale assenza di diritti che interessa le false partite Iva e le 46 forme contrattuali di assunzione a tempo. L'evoluzione del tavolo tra esecutivo e sindacati sta andando purtroppo nella direzione opposta''. Lo affermano in una nota congiunta il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e il responsabile lavoro e welfare del partito, Maurizio Zipponi. ''Sull'articolo 18 si sta riversando il solito e pericoloso accanimento ideologico. Ricordiamo, infatti, ai signori del governo che si tratta di una norma di civilta' che prevede il reintegro sul posto di lavoro per coloro che sono ingiustamente licenziati e che lavorano in aziende con piu' di 15 dipendenti. Stiamo parlando di circa cinquanta casi all'anno in tutta Italia. E' evidente, quindi, che il governo non ha un soldo da investire sui giovani e su un nuovo welfare veramente europeo e preferisce colpire l'articolo 18, ben sapendo che anche se questo fosse modificato o abrogato, come vuole la destra estrema del Paese, non vi sarebbe nessuna crescita. Non e' intaccando i diritti di chi lavora che si migliora l'economia italiana, ma combattendo corruzione ed evasione fiscale, riducendo drasticamente la burocrazia e garantendo finalmente l'accesso al credito alle piccole e medie imprese''. ''Insomma - concludono - l'esecutivo rimanda ad epoca lontana i nuovi ammortizzatori sociali, ma interviene da subito sull'art.18, trasformandolo in una specie di scalpo da consegnare alla Bce e non certo all'Europa che e' ben attenta a non colpire, in questa fase delicatissima, i diritti e le capacita' di consumo delle famiglie e dei lavoratori''.