Fiat: Di Pietro, Carabinieri a Melfi per far rispettare sentenza
Economia
Roma, 24 mar. - (Adnkronos) - ''Proprio ieri, mentre i soloni di turno si sgolavano ripetendo che chi difende l'articolo 18 lo fa solo per ideologia, sono state rese note le motivazioni della sentenza che ha ordinato il reintegro dei tre operai licenziati dalla Fiat a Melfi. Sono motivazioni molto chiare e certo non la mandano a dire. Quei licenziamenti erano 'nulla piu' che misure adottate per liberarsi di operai che avevano assunto posizioni di forte antagonismo', e questo ha determinato un 'conseguente immediato pregiudizio per l'azione e la liberta' sindacale'''. Lo scrive il presidente dell'Idv, Antonio Di Pietro, sul sito dell'Italia dei Valori. Per queste buone ragioni, rileva, ''la magistratura ha stabilito che quei tre operai debbano tornare al loro posto di lavoro. Pero', la Fiat fa finta di non essersene accorta. Paga i tre lavoratori, ma per stare a casa, senza poter rientrare in fabbrica. Anche se, nel contratto di lavoro, non esiste nessuna voce a cui l'azienda torinese si possa appigliare per pagare qualcuno senza farlo lavorare''. Di conseguenza, la Fiat, conclude Di Pietro, ''sta clamorosamente violando le norme con l'arroganza di chi si ritiene al di sopra della legge. Non si comprende cosa si stia aspettando per chiedere ai carabinieri di far eseguire le sentenze della magistratura, scortando in fabbrica i tre lavoratori e costringendo la Fiat a rispettare, come tutti, la legge italiana''.