Pittura: Roma, al Macro Testaccio monografica su Marco Tirelli (2)
Cultura
(Adnkronos) - Il pubblico assiste cosi' a quello che l'artista definisce un "passaggio tra le fasi del suo esistere", reso concreto da una serie di opere in cui il manifestarsi della realta' in infinite possibilita' si fa evidente, assumendo a principio fondante il rapporto privilegiato con lo sguardo dell'osservatore. Per il secondo padiglione Tirelli ha concepito una vera e propria installazione ambientale volta a creare uno spazio chiuso e raccolto: palcoscenico ideale per la messa in scena di un 'teatro della memoria'. Modellato sulle caratteristiche del contesto architettonico che lo ospita, fortemente connotato dal suo passato industriale di mattatoio, questa installazione include una selezione delle opere piu' essenziali realizzate dall'artista negli ultimi tempi e da' vita a un orizzonte concreto in cui entrano in gioco le infinite potenzialita' dello sguardo. Le singole tele spaziano tra le piene monocromie del bianco e del nero, estremi dell'apparire e dello scomparire delle cose, in pittura come nella realta', esplorando una gamma potenzialmente infinita di percezioni e suggestioni giocate sul rapporto tra luce e visione. In questo spazio contemplativo quasi metafisico lo spettatore si trova al centro di un articolato sistema di relazioni tra le opere, nel quale ogni tela e' parte di un equilibrio compositivo mantenendo ciononostante una propria dimensione spaziale e atmosferica.(segue)