Stalking: studio commissione capitolina, solo 65% denuncerebbe (3)
Cronaca
(Adnkronos) - In generale, le motivazioni che le vittime adducono per la mancata denuncia sono sostanzialmente di quattro tipi: la sfiducia verso le autorita' (nessuna garanzia di sicurezza o protezione dopo la denuncia), la paura di peggiorare la situazione persecutoria, la difficolta' a far fronte alle spese legali in quanto il patrocinio gratuito non e' previsto per tutti e il fatto di voler aiutare il presunto autore senza farlo condannare, dato nel 90% circa e' un conoscente o un familiare. "Questo dato - si legge in una nota della commissione capitolina Politiche per la sicurezza urbana - e' importante ed e' sufficiente a far emergere alcuni interrogativi, incentrati principalmente sull'inefficacia della coercizione, da sola, per far fronte ad una condotta criminosa che affonda le proprie radici in un disagio psicologico dello stalker, soggetto che spesso presenta gravi difficolta' ad elaborare l'abbandono della persona amata in relazione ad un'infanzia vissuta nel dramma della trascuratezza. Se la legge prevedesse la possibilita' per lo stalker di prendere parte ad un percorso di risocializzazione, l'altissima recidiva del reato potrebbe diminuire drasticamente". Dal 2007 l'Osservatorio Nazionale Stalking ha istituito, proprio con questa finalita', il Centro Presunti Autori, che si pone l'obiettivo di recuperare gli stalker con percorsi di psicoterapia mirati ad una presa di coscienza del problema e all'elaborazione di dolorosi vissuti personali non superati con un supporto specializzato coordinato da esperti. Tutto gratuito, naturalmente. I persecutori risocializzati, ad oggi, sono 130: il 40% ha raggiunto un completo contenimento degli atti persecutori, nel 25% dei casi si e' verificata una significativa diminuzione dell'attivita' vessatoria, della recidiva e la prevenzione degli agiti piu' gravi.