Cerca
Cerca
+

Riforma lavoro, Marcegaglia: ''Se si cambia sull'articolo 18, allora si cambia tutto''

default_image

Economia

  • a
  • a
  • a

Roma, 31 mar. (Adnkronos) - Se il Parlamento dovesse modificare la parte della riforma del lavoro in cui si modifica l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, allora si dovrebbe cambiare "tutto". Lo sottolinea la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia a Cernobbio. A chi gli chiede un parere sull'eventuale modifica delle norme che disciplinano i licenziamenti per motivi economici allineata al modello tedesco, la Marcegaglia replica: "Allora dobbiamo cambiare tutto. Per esempio il governo ha disposto un irrigidimento sulla flessibilità in entrata, un maggior costo dei contratti a termine che in Germania non c'è". Il governo, prosegue la Marcegaglia, "ha messo grandi limitazioni sulle partite Iva e sui co.co.pro. Allora, se cambiamo, dobbiamo cambiare tutto o, al limite, non fare la riforma. Piuttosto di fare una riforma che ha il risultato finale di irrigidire il mercato del lavoro è meglio non farla". Tiene il punto la Cgil. ''Nei giorni scorsi abbiamo proclamato una mobilitazione non perché l'art.18 sia una questione ideologica ma perché è il metro della misura della libertà e della dignità dei lavoratori. Per questo saremmo felici se in questa iniziativa non ci fosse una sola sigla sindacale ma tutte le sigle che scioperano insieme'', afferma la leader Cgil Susanna Camusso dal palco del III congresso Ugl, sollecitando Cisl, Uil e Ugl ad unirsi alla mobilitazione contro la riforma dell'art.18. Poi si rivolge all'esecutivo: ''Il governo sia coerente. Se dice che non è una riforma contro il lavoro allora riconosca che a ogni licenziamento illegittimo corrisponda il reintegro. Non c'è bisogno di altri ragionamenti''. "Se si pensa invece che i licenziamenti illegittimi non vadano sanzionati, allora si andrà contro la diginità dei lavoratori". Infine chiede: ''Basta annunci sulla crescita, ora si intervenga perché diventi realtà''. ''Perché abbiamo studiato abbastanza, anche se non siamo professori, per non sapere che una riforma del mercato del lavoro non crea posti di lavoro'', aggiunge. Secondo il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, "le grandi ristrutturazioni, i grandi rilanci, le grandi operazioni aziendali e di settore, ma quindi anche il Paese, hanno bisogno di parti sociali che lavorano insieme". Il ministro sottolinea anche di avere sempre "toccato con mano che quando il sindacato è forte e unito e ha di fronte piani credibili e proposte che non solo lavorino sull'aspetto delle ristrutturazioni, ma anche del rilancio, si arriva a progetti condivisi molto validi. Con il sindacato ho sempre visto che si possono fare grandi cose insieme". Anche il leader del Pd Pierluigi Bersani torna sulla questione lavoro e chiede di ''abbassare i toni'' nella discussione. Arrivato a Taormina per il meeting di Confagri, il segretario del Partito Democratico si dice disponibile affinché sulla riforma si lavori "come fosse un decreto. Vorrei la velocità di un decreto. Chiedo però che ci sia la possibilità di discutere". "Bisogna trovare un'intesa perché i mercati non stanno a guardare le nostre incertezze e ambiguità", sottolinea il leader dell'Udc Pierfedinando Casini. Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, su Twitter, punta il dito su altri problemi: "Il Paese è in recessione, colpa dei 160 miliardi all'anno tra evasione e corruzione, altro che articolo18".

Dai blog