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Roma, omicidio all'Eur: "Leonelli voleva andare a combattere a Gaza"

Andrea Tempestini
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L'orribile storia di cui si è reso protagonista Federico Leonelli, l'uomo che a Roma ha tentato di stuprare, ucciso e poi decapitato con una mannaia la colf della casa in cui era ospite, si arricchisce di nuovi, drammatici, particolari: nella serata di lunedì 25 agosto la fotografia (guardala: immagini forti) del primo piano del killer, morto e con la mascherina in volto (nel frattempo monta la polemica della sorella, che sostiene che la polizia gli abbia sparato al cuore, uccidendolo, mentre era in fuga). Oggi, invece, le parole affidate a Il Tempo di Giovanni Ciallella, il proprietario della distinta villetta dell'Eur, all'86 di via Birmania, dove si è consumata la mattanza e il delitto della 38enne ucraina. "Voleva arruolarsi" - "Si era fissato con la religione, voleva andare in Israele, arruolarsi nell'esercito e combattere contro i palestinesi", svela Ciallella parlando di Lionelli. "Gli avevano negato il visto due volte e per questa ragione era anche andato a parlare col consolato israeliano". Dettagli inquietanti che definiscono la personalità del killer, del quale è già stata svelata la passione per i coltelli, che aveva spinto la colf poi assassinata a lanciare un allarme che, però, è rimasto inascoltato. Le immagini di guerra in arrivo da Gaza negli ultimi mesi, magari in una "combinazione letale" con lo sgozzamento di James Foley, forse hanno risvegliato il "mostro" che dormiva in Leonelli, da tempo depresso. Inquirenti al lavoro - In parallelo proseguono le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla procura della Repubblica, per chiarire ogni minimo dettaglio su quanto avvenuto domenica mattina all'Eur. Come scritto, è emerso che l'assassino da qualche tempo abitava in via Birmania come ospite del proprietario, conosciuto anni prima per motivi di lavoro (entrambi operano nel settore dell'informatica). Secondo quanto emerso, tra l'omicida e la vittima ucraina non sembrerebbe esserci stato in passato alcun tipo di relazione. Ora si attendono l'esito dell'autopsia disposta dalla procura e l'esito dei test balistici: la polizia sostiene che i colpi di arma da fuoco contro l'assassino sono stati esplosi per difesa, poiché Lionelli avrebbe cercato di aggredirli con la stessa mannaia con cui aveva infierito contro la colf.

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