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Luciano Palmieri presenta

le 'Nature immateriali'

Carlotta Clerici
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Riprendono gli appuntamenti con l'arte contemporanea alla sede milanese della Galleria Mazzoleni Arte. Dopo il successo della la trasferta spagnola, dove lo scorso 15 settembre si è conclusa “ Interferencias”, la nuova stagione si presenta ricca di sorprese.  Tra queste la mostra dello scultore Luciano Palmieri intitolata “Nature Immateriali”. L'esposizione, presentata durante l'estate nella Rocca Estense di San Martino in Rio, prevede una selezione delle opere dell'ultima produzione di questo artista emiliano. Già legato a Mazzoleni Arte, dove nel 1988 aveva presentato una mostra monografica a cura di Luisa Somaini dal titolo “Cristalli di Paesaggio Minimo”, Luciano Palmieri fu annoverato in quel periodo da Renato Barilli nel gruppo del “Nuovo Futurismo” per la sua tendenza a proiettare il lavoro nella dimensione dell'artificio, nella simulazione, nella postmodernità elettronica; gruppo che con il Futurismo originario condivideva l'utopia celebrativa della tecnologia, la componente ludica e la dimensione totalizzante dell'atto artistico, sfociando spesso in contaminazioni con il design.  Nelle prime ‘Nature' realizzate a partire dalla metà degli anni Ottanta Palmieri trattava temi oggi fortemente attuali, come il connubio naturale-artificiale e una nuova rappresentazione della natura in rapporto agli attuali sistemi di vita altamente tecnologizzati. Nelle sculture di quel periodo, realizzate ad altezza umana e in metallo smaltato, Palmieri dava forma ad una natura ibrida e mutante che si adattava al proprio habitat e all'uomo. Nel tempo le sue “Nature Immateriali” si sono smaterializzate alleggerendosi e assottigliandosi - la serie  realizzata in rame negli anni Novanta - fino a trasformarsi in strutture filiformi e  aeree in acciaio, rigorosamente monocrome, che compongono la nuova produzione del Duemila. Dall'immagine fantastica dell'albero-totem, Palmieri è passato a rappresentare l'evoluzione interna della natura, le sue germinazioni, la sua energia invisibile. Oggetto delle sue ultime sculture è l'energia che circonda i corpi, che fluisce dentro e fuori le cose e che si tramuta in materia visiva. Le “Nature” diventano linee nello spazio che s'intrecciano formando eliche, reticoli, grovigli, per rappresentare l'immaterialità della vita che da filamento originario (il DNA) diventa prima struttura, poi forma, e infine mondo. In occasione della mostra verrà presentato un catalogo monografico bilingue con testo del critico. 

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