Cesare Prandelli: "Nazionale, tutti si sentono di criticare. Anche i più pavidi"
"Arriva la Nazionale e tutti si sentono in dovere di criticare. Tutti. Anche i più pavidi, quelli che nelle proprie città non si permetterebbero mai di dire una parola". Si sfoga così Cesare Prandelli dopo più di un anno dalla tragicomica figura degli Azzurri ai Mondiale in Brasile. "In Nazionale, dal punto di vista della critica non c'è tutela, è come un lasciapassare. Quando arriva la Nazionale si permettono di dire tutto, a differenza del club, dove, qualora succeda, arrivano telefonate ai direttori dei giornali e delle testate televisive", ha dichiarato polemicamente in un'intervista concessa all'emittente Toscana Tv. La difesa ai senatori - Oltre alle polemiche, Prandelli difende anche i suoi ex calciatori, soprattutto i suoi "senatori": "I giocatori chiave dei miei anni alla guida della Nazionale sono quelli che ancora oggi sono dei punti di riferimento. Buffon ad esempio, che ha fatto i record dei record.(...) Ma parlo anche di Pirlo, De Rossi, Chiellini e Barzagli, quei giocatori che hanno questa grande capacità, questo carisma innato".