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Pediatria: per baby-russatori rischio iperattivita' e problemi di comportamento

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Salute

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Roma, 5 mar. (Adnkronos Salute) - Non solo notti rumorose e sonno interrotto. I bambini che russano, o hanno problemi respiratori notturni, sono più a rischio degli altri di incappare crescendo in problemi comportamentali. Lo rivela uno studio condotto su 11 mila bimbi britannici e pubblicato su 'Pediatrics'. Apnee notturne e russamento, dunque, favoriscono il manifestarsi, con la crescita, di problemi come l'iperattività nei piccoli. Secondo la responsabile del team di ricerca, Karen Bonuck, i problemi del sonno a lungo andare potrebbero danneggiare lo sviluppo del cervello dei bambini. Una stima suggerisce che un bimbo su 10 russa regolarmente e il 2-4% soffre di apnea del sonno. Spesso la colpa è di tonsille o adenoidi ingrossate. Ma se negli adulti questi problemi possono provocare una sonnolenza diurna, nei bambini alcuni studi avevano già puntato il dito su deficit di attenzione e iperattività. I ricercatori dell'Albert Einstein College of Medicine alla Yeshiva University di New York hanno voluto vederci chiaro. Così hanno coinvolto i genitori di 11 mila bimbi (inclusi nell'Avon Longitudinal Study of Parents and Children, un progetto di ricerca britannico), invitandoli a compilare un questionario in cui sono stati registrati sia il livello di russamento e apnea nei primi sei o sette anni di vita dei figli, sia la propria valutazione del comportamento dei bambini. Così si è visto che bambini con problemi di respirazione durante il sonno hanno tra il 40% e il 100% di probabilità in più di sviluppare "problemi neurocomportamentali" dall'età di sette anni, spiega Bonuck. La ricercatrice pensa che i disturbi respiratori durante il sonno potrebbero causare problemi comportamentali in diversi modi: riducendo l'apporto di ossigeno al cervello, interrompendo i processi di "recupero" legati al sonno, o con uno squilibrio di sostanze chimiche cerebrali. "Questo studio mostra chiaramente che i sintomi" respiratori notturni "precedono i problemi comportamentali e suggerisce che i primi siano all'origine dei secondi".

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