Viviamo sempre più a lungo,la sfida è farlo... anche meglio
L'Italia è il Paese più anziano d'Europa e si prevede lo sarà anche per i prossimi anni. Al FORUM “AGING: IS IT A DISEASE?” di FONDAZIONE IBSA i maggiori esperti internazionali si sono confrontati sulla grande sfida di coniugare longevità e buona salute
Anche se non siamo soli – ci fanno compagnia i tedeschi - noi italiani siamo i più ‘vecchi' d'Europa con una quota di popolazione over 64 anni pari al 20,6% (circa 12,6 milioni di persone) e un'aspettativa di vita alla nascita superiore agli 80 anni. Nel 2050 si prevede che la fetta di popolazione over 64 anni in Italia crescerà̀ ulteriormente e sarà̀ pari a circa il 33,1% del totale; in altre parole, circa un terzo della popolazione italiana avrà̀ più̀ di 64 anni. E in generale tutti i cittadini europei non hanno mai goduto di così tanta salute come negli ultimi decenni. Questo fenomeno ha una ricaduta diretta sull'età media della popolazione. Infatti, l'età media in Europa è la più alta al mondo e si stima che le persone con più di 65 anni sono destinate ad aumentare passando dal 14% nel 2010 a più del 25% del totale nel 2050. L'allungamento della vita media è certamente il risultato di un progresso medico, sociale, economico e culturale del vecchio continente e del nostro Paese, ma rappresenta una sfida importante per il futuro, perché l'aumento dell'età è associato ad un insieme di alterazioni funzionali che determinano l'insorgenza di fattori di rischio per ben più gravi patologie quali cancro, infarto del miocardio, ictus, ipertensione, diabete, malattie disreattive e malattie neurodegenerative. Proprio all'interno di questo complesso scenario e per permettere a circa un centinaio di medici specialisti e ricercatori attivi nel settore di ricerca dedicato all'aging di confrontarsi sulla tematica dell'invecchiamento e delle malattie ad esso correlate, la Fondazione IBSA per la ricerca scientifica ha organizzato il Forum “Aging: is it a disease?” che si è tenuto oggi presso la Goethe University di Francoforte. Tutti gli apparati del nostro organismo nel loro insieme risentono in varia misura dell'avanzare dell'età e deficit funzionali anche minimi di questi sistemi influenzano fortemente l'incidenza, la storia naturale e l'evoluzione clinica di patologie che subentrano in età avanzata. Per far fronte al fenomeno dell'invecchiamento della popolazione è necessario quindi che anche la medicina attuale si indirizzi verso una prospettiva diversa, ovvero è fondamentale accelerare il processo di transizione da una medicina basata sul controllo dei fattori di rischio associati ad una patologia ad una medicina basata sul riparo e recupero del danno funzionale degli organi, ossia una medicina rigenerativa. Esperti a confronto. Grande interesse ha suscitato l'intervento di Edward Lakatta, direttore del Laboratorio di Scienza Cardiovascolare del National Institute on Aging – NIH di Baltimora, che ha presentato un excursus storico degli studi sull'invecchiamento cardiovascolare sviluppati sia nel prestigioso Istituto americano particolarmente noto per la lunga tradizione in questo campo sia in altri Istituti internazionali dove ha lavorato; in particolare Lakatta ha posto l'accento sui fattori che contrastano il mantenimento delle funzioni cardiovascolari con l'avanzare dell'età, la cui cura potrebbe contribuire a raggiungere l'obiettivo primario della ricerca sull'invecchiamento, l'Healthy Aging, ovverossia un invecchiamento in salute, in grado di preservare le funzioni degli organi e di esaltare la qualità della vita nonostante l'avanzare dell'età. “Proprio sul raggiungimento di questo obiettivo, l'Healthy Aging, si focalizza il futuro della ricerca sull'invecchiamento – afferma il Prof. Carlo Gaetano, Direttore della Divisione di Epigenetica Cardiovascolare presso la Goethe University e “local organizer” del Forum - Lo studio e la ricerca in questo campo rappresentano la vera sfida che la società moderna è chiamata ad affrontare con sempre crescenti investimenti, intellettuali ed economici, in ragione dei costi molto elevati dell'assistenza sanitaria dovuti anche all'allungamento della vita media della popolazione nei Paesi industrializzati. Il Dipartimento di Cardiologia cui appartengo, diretto dal Prof. Andreas Zeiher che è stato promotore e sostenitore di questo Forum, sta convogliando grandi risorse al fine di raggiungere tali obiettivi, questo sarebbe auspicabile venisse maggiormente promosso anche a livello di politica europea”. Gli eventi molecolari e fisiopatologici alla base dei processi di senescenza cellulare ed invecchiamento nell'uomo sono stati oggetto delle presentazioni di grandi esperti nel campo tra i quali Judith Campisi (docente presso il Buck Institute for Research on Aging in California) Eric Verdin (Direttore associato del Gladstone Institute of Virology dell'Universita'di San Francisco), Barbara Demeneix (docente presso il Centre National de Recherche ed il Museum Nationale d'Histoire Naturelle di Parigi), José-Arturo Londono Vallejo (Direttore del CNRS presso l'Institut Curie di Parigi) e Reinier Boon (Group Leader dell'Institute of Cardiovascular Regeneration, presso la Goethe University di Francoforte). L'approccio innovativo proposto dal Prof. Karl Lenhard Rudolph (Direttore del Leibniz Institute for Age Research di Jena, Germania), in particolare, vuole sfruttare la capacità rigenerativa delle cellule staminali per contrastare l'invecchiamento dei tessuti e degli organi mentre il Dr Bär (Senior Investigator del Centro Nazionale Spagnolo della Ricerca sul Cancro di Madrid) ha presentato alcuni disegni sperimentali terapeutici basati sull'utilizzo della telomerasi, la proteina associata al concetto di "eterna giovinezza", per allungare la vita media, ritardare il processo di invecchiamento ed elaborare cure mirate alle malattie ad esso associate. In considerazione della tematica vasta e poliedrica in questo Forum sono stati chiamati ad affiancare Antonella Farsetti, Senior Investigator del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma e Visiting Scientist presso la Goethe University di Francoforte, nonchè componente del Comitato Scientifico del Forum, anche altri esperti nel settore quali, Manuel Serrano (Direttore del Programma di Oncologia Molecolare presso il Centro Nazionale Spagnolo della Ricerca sul Cancro di Madrid), PierGiuseppe Pelicci (Direttore del Dipartimento di Oncologia Sperimentale, Istituto Europeo di Oncologia di Milano) ed Alessandro Cellerino (docente presso la Scuola Normale Superiore di Pisa) che hanno illustrato il grande contributo dei modelli sperimentali animali nella comprensione dei meccanismi intrinseci e nella potenziale prevenzione dei processi di invecchiamento e di sviluppo di tumori. “La Fondazione IBSA ha organizzato questo Forum mossa dalla sentita necessità di sostenere la ricerca e il confronto su temi importanti e con forti ripercussioni sulla società come quello dell'invecchiamento - afferma Silvia Misiti, direttore della Fondazione IBSA – a tale scopo abbiamo ritenuto indispensabile coinvolgere i massimi esponenti riconosciuti a livello internazionale, accuratamente selezionati sulla base della loro eccellenza scientifica. I risultati dei lavori del Forum verranno quindi distribuiti e condivisi tra i ricercatori e gli esperti di tutto il mondo in modo da contribuire concretamente al progresso scientifico in materia di healthy aging”. (OLIMPIA R. SERMONTI)