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Quasi un terzo degli italiani è ‘ossessionato' dallo sport

Praticare sport regolarmente aiuta a mantenere il benessere fisico e mentale, ma farlo in maniera compulsiva renderlo patologico. Uno dei sintomi più frequenti è l'ipercontrollo alimentare

Maria Rita Montebelli
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Ossessionati dalla perfezione del corpo, abituati alle diete ipocaloriche o dipendenti da integratori e anabolizzanti, oggi quasi un italiano su 3 (28 per cento) sembra essere ossessionato dallo sport. Secondo gli esperti questo avviene perché, soprattutto a livello dilettantistico, non è più vissuto come un semplice hobby. Infatti, quando diventa la sola fonte di gratificazione di una persona, il rischio che si trasformi in ossessione è molto alto. Ma ad aumentare la difficoltà degli esperti nel differenziare la pratica sana e quella potenzialmente dannosa, si aggiunge il fatto che la dipendenza da sport è ben vista dalla società e accettata come una cosa normale, soprattutto nelle grandi città. Quando non è possibile allenarsi quindi, queste persone affette da ‘dipendenza sportiva', vanno incontro ad un intenso malessere psicologico (79 per cento) e cambiamenti nel tono dell'umore (7 per cento), che possono considerarsi una vera e propria crisi di astinenza. Si tratta di sintomi legati non solo alla quantità di attività fisica svolta e al tempo dedicatole, ma anche alle conseguenze sulla vita lavorativa, familiare e sociale della persona, come afferma il British Journal of Sports Medicine. È quanto emerge da un'indagine promossa da Nutrimente Onlus, associazione per la prevenzione e la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare condotta su circa 1200 italiani tra uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni, realizzata con metodologia Web Opinion Analysis (Woa) e su un panel di 40 esperti nel campo della psicologia e della medicina interna, per analizzare il rapporto che hanno gli sportivi con il proprio corpo. “L'ossessione per il miglioramento della propria prestanza sportiva può manifestarsi nel cambiamento del proprio stile alimentare – afferma la psichiatra Sara Bertelli, presidente dell'Associazione Nutrimente Onlus – Spesso viene eseguito autonomamente, senza la supervisione di un medico nutrizionista. In questo caso, si potrebbero favorire diete ipocaloriche e sbilanciate che mettono a rischio il benessere fisico e mentale. Il rischio è maggiore se, per controllare il peso o la forma corporea, oltre a una pratica sportiva intensa, più ore al giorno tutti i giorni, si fa uso di integratori, anabolizzanti, lassativi o diuretici. Bisogna inoltre prestare attenzione anche al motivo per cui si sceglie di fare sport: la ricerca di un perfezionismo irrealistico, un'eccessiva magrezza o un corpo molto muscoloso, può essere indice di un'alterazione dell'immagine corporea”. In ambito agonistico, gli sportivi e gli atleti sono sottoposti quotidianamente ad allenamenti intensi che si protraggono per più ore nell'arco della giornata e seguono diete personalizzate che non permettono il minimo sgarro, per raggiungere una prestanza fisica che consenta l'eccellenza sportiva. Negli ultimi anni però, queste pratiche si sono diffuse a livelli dilettantistici, fra chi frequenta le palestre o segue programmi di allenamento ‘fai da te', aumentando il rischio per la salute fisica e psicologica. Ma quali sono i campanelli d'allarme da tenere in considerazione quando si inizia a seguire un allenamento o una dieta sbagliati? Un forte segnale di allarme si riscontra quando le persone rifiutano le occasioni di convivialità (78 per cento), come un pranzo con gli amici (53 per cento), con i colleghi di lavoro (45 per cento), un aperitivo con il partner (42 per cento) o una cena tra parenti (39 per cento). Questo avviene perché non si vuole sgarrare con la dieta personale (72 per cento), perché il giorno dopo ci si deve allenare duramente (62 per cento) o perché non si vuole cadere in tentazioni che potrebbero allontanare i propri obiettivi (58 per cento). Secondo gli esperti, bisogna monitorare in modo particolare l'intensità della pratica sportiva (72 per cento), soprattutto chi ha sofferto in passato di un disturbo alimentare come l'anoressia e la bulimia e non trascurare le relazioni (61 per cento). Le dipendenze di tipo comportamentale sembrano essere più comuni tra gli adolescenti ed essere legate ad altre psicopatologie. A confermare questa tesi sono alcuni studi sul tema riportati dalle riviste scientifiche Scandinavian Journal of Medicine e Science e Psychiatry Research Clinical Journal of Medicine. Secondo questi dati, la dipendenza da sport è caratterizzata da eccessivi e ossessivi modelli di esercizio, che persistono anche quando si è colpiti da infortuni o malattie. L'ossessione per lo sport, oltretutto, può condurre lentamente gli uomini alla vigoressia, ovvero preoccupazione intensa e cronica di non essere sufficientemente muscolosi, unita ad una percezione di insoddisfazione del proprio corpo. I soggetti maggiormente ‘a rischio' sono i maschi e la fascia di età maggiormente colpita è quella dei 25-35 anni (24 per cento), seguita da quella tra i 18 e i 24 (21 per cento). Tuttavia, non manca la presenza anche di una fascia di persone più adulti over 40 (16 per cento) che, spinti forse dall'idea di riconquistare la propria giovinezza attraverso l'allenamento, si lascia gradualmente attrarre da esercizi sempre più duri e da una alimentazione sempre più rigida. “Chi vive lo sport in maniera ossessiva tende a stare molto attento al cambiamento del corpo – continua Bertelli – controllando la propria immagine allo specchio o tramite il tatto, soprattutto dopo ogni allenamento. Dal punto di vista cognitivo ed emotivo, le spie di una dipendenza da sport si possono manifestare in vari modi: il timore di perdere massa muscolare, l'angoscia di non potersi allenare ogni giorno o la  vergogna al pensiero di mostrarsi senza vestiti, perchè non in linea con un ideale di perfezione”. (MARTINA BOSSI) Cosa fare per evitare che lo sport si trasformi in ossessione 1) NON ECCEDERE. L'approccio allo sport ha come scopo il benessere del corpo e della mente. Allenarsi in eccesso, perdendo di vista altri interessi, può essere dannoso per entrambi 2) NON TRASCURARE LE RELAZIONI. Impara a dosare il tempo dedicato allo sport, stando attento a non trascurare altre sfere fondamentali per la salute mentale come le relazioni, gli interessi, il relax 3) NON IMPROVVISARE. Se hai intenzione di iniziare ad allenarti, non improvvisare. Iscriviti in palestra e fatti consigliare da un personal trainer formato 4) FAI LA SCELTA GIUSTA. Scegli uno sport adatto alla tua età, al tuo corpo, ai tuoi ritmi e alla tua forma fisica 5) PIANIFICA L'ALIMENTAZIONE. Se la necessità è anche quella di perder peso, consultati con un medico nutrizionista che ti aiuti a pianificare un regime alimentare sano 6) FATTI AIUTARE. Se quello che ti spinge a praticare sport è un malessere psicologico, oltre alla pratica rivolgiti ad un professionista della salute mentale in grado di aiutarti a capire l'origine del tuo disagio, rafforzare l'autostima e lavorare sui problemi di vita che ti impediscono di stare bene 7) NON AVERE FRETTA. Non controllare giornalmente il peso o la forma corporea, cambiare il proprio aspetto fisico è un lavoro lento e graduale che necessita di fiducia e pazienza 8) MANTIENI LA POSITIVITÀ. Osserva i pensieri su corpo, cibo e allenamento, mantieni la positività e non essere troppo critico con te stesso 9) EVITA FISSAZIONI. Allenarsi con costanza aiuta a mantenere la forma e la prestanza fisica. Ricorda che saltarne uno ogni tanto, non manda in fumo tutto il lavoro fatto precedentemente 10) FATTI AIUTARE. Se ti riconosci in uno o più dei punti precedenti, rivolgiti a professionisti come medici e psicologi formati sui disturbi alimentari, la nutrizione e lo sport per un intervento tempestivo e integrato.

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