Osimertinib è rimborsabile per il carcinoma polmonare
Grazie al suo profilo di efficacia e tollerabilità ha avuto uno sviluppo clinico tra i più veloci degli ultimi anni, dall'inizio della sperimentazione sull'uomo sino all'approvazione regolatoria
Il farmaco di AstraZeneca osimertinib ha ottenuto la rimborsabilità come trattamento in compresse per uso orale in pazienti adulti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (Nsclc) metastatico o localmente avanzato, positivo per la mutazione T790M del recettore del fattore di crescita dell'epidermide (Egfr). “Le nuove frontiere della ricerca hanno consentito di personalizzare la strategia terapeutica con farmaci target la cui elevata efficacia si è dimostrata particolarmente significativa già nelle fasi precoci di ricerca clinica – commenta Giorgio Scagliotti, direttore del Dipartimento di Oncologia dell'Università di Torino – Osimertinib, è stato disegnato per agire sulla mutazione T790M di Egfr che deve essere ricercata a progressione di malattia, attraverso specifici test diagnostici, affinché i pazienti ricevano il trattamento più appropriato”. “L'Italia ha avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo clinico di osimertinib contribuendo all'arruolamento dei pazienti negli studi registrativi e il paese con il maggior numero di pazienti arruolati nello studio ASTRIS che ha coinvolto numerosi centri oncologici sul territorio nazionale e più di 500 pazienti trattati in questo percorso di Early Access" prosegue Filippo de Marinis, direttore della Divisione di Oncologia Toracica all'Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano. “È importante sottolineare come l'iter accelerato di approvazione ottenuto per osimertinib sia chiara conseguenza di ciò che questo trattamento significa per il paziente, non solo in termini di efficacia ma anche di miglioramento della sintomatologia come la riduzione della dispnea, dell'affaticamento, della tosse e del dolore toracico che sappiamo essere disturbi frequenti in questi pazienti e il cui controllo sia fondamentale per ottenere un miglioramento della loro qualità di vita”, afferma la professoressa Silvia Novello, del dipartimento di Oncologia dell'Università di Torino e presidente del Women Against Lung Cancer in Europe (Walce). (EUGENIA SERMONTI)