Natale: fantasia e condivisione, ricetta per feste che fanno bene ai bimbi
Roma, 12 dic. (AdnKronos Salute) - Non ci sono dubbi: il Natale "è la festa che i bambini amano di più e fa loro bene, se riusciamo a costruire insieme al bimbo un clima magico e al tempo stesso ricco di valori quali quelli della famiglia, generosità, condivisione e solidarietà. E' l'occasione per stare insieme, giocando e fantasticando con i piccoli". Parola di Nicoletta Aliberti, responsabile della Neuropsichiatria infantile Ini, Istituto neurotraumatologico italiano, che regala all'AdnKronos Salute i suggerimenti per un Natale che faccia bene ai piccoli. "Preparando la casa con addobbi creati o cercati insieme nel senso della semplicità e della condivisione, genitori e fratelli preparano gradualmente il bambino al passaggio dal periodo delle favole a quello dell'adultità, regalandogli il giusto grado di magia in un clima di gioiosa partecipazione. La gioia condivisa in famiglia dei preparativi in attesa del Natale, senza sfarzi ed eccessi, la cura reciproca e anche per chi, meno fortunato, potrebbe aver bisogno di attenzioni e amore, la preparazione della letterina per Babbo Natale, aiutano il bambino a prendere coscienza del suo crescere, dei suoi desideri e dei comportamenti che lo portano a essere meritevole del dono richiesto", dice Aliberti. Ma un Natale che 'fa bene' "deve avvicinare i bambini anche ai sentimenti della solidarietà - prosegue la neuropsichiatra - insegnando loro a preparare non solo la propria casa, ma anche il proprio cuore, a ricevere i doni quale premio del saper crescere, ma anche a saper aprire il cuore e la mente alla cura e attenzione per l'altro: è il Natale in cui si scrive la letterina per Babbo Natale anche per decidere cosa donare a quei bambini vicini o lontani che, pur sognando il Natale, non potranno aver la gioia di vivere questo momento con naturale spensieratezza". Natale vissuto nel senso del consumismo, dell'indifferenza per l'altro, dello sfrenato egocentrismo e nell'effimero scambio di oggetti, in assenza di scambi di emozioni, di pensieri, di giochi fatti insieme e di attenzione e cura reciproca, "impoveriscono e privano il bambino di quella esperienze affettive ed educativa necessaria per una sana crescita e una consapevole affettività", conclude Aliberti.