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Chmp: “approvare l'emicizumab per curare emofilia A con inibitori”

In due studi di fase III condotti in diverse fasce d'età, emicizumab sottocutaneo una volta a settimana ha dimostrato un'efficacia superiore rispetto al precedente trattamento con agenti bypassanti

Maria Rita Montebelli
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Il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (Chmp) dell'Ue ha espresso parere favorevole in relazione all'uso di emicizumab per la profilassi di routine degli episodi di sanguinamento in persone affette da emofilia A con inibitori del fattore VIII. Il CHMP ha raccomandato l'utilizzo di emicizumab in tutte le fasce d'età. Quasi un soggetto con emofilia A severa su tre può sviluppare inibitori a seguito del trattamento con le terapie sostitutive del fattore VIII. Questo aspetto incrementa il rischio di sanguinamenti potenzialmente letali o di episodi di sanguinamento ripetuti che possono causare danno articolare a lungo termine. La domanda di autorizzazione all'immissione in commercio di emicizumab è attualmente oggetto di valutazione con procedura regolatoria accelerata. Quest'ultima viene accordata ai medicinali che secondo il Chmp rivestono un particolare interesse per la sanità pubblica e per l'innovazione terapeutica. Alla luce della raccomandazione favorevole del Chmp, nel breve termine si attende la decisione definitiva della Commissione europea in merito all'approvazione di emicizumab. “Il parere favorevole del Chmp rappresenta un importante passo avanti per rendere disponibile questo innovativo trattamento per le persone affette da emofilia A con inibitori, in Italia e nel resto d'Europa – dichiara Anna Maria Porrini, country medical director di Roche Italia – Emicizumab ha dimostrato di ridurre efficacemente la frequenza dei sanguinamenti rispetto ai medicinali attualmente disponibili. Grazie alla somministrazione una volta a settimana mediante iniezione sottocute, questo farmaco potrebbe inoltre alleviare notevolmente l'impatto della gestione della terapia, soprattutto per i bambini più piccoli e le loro famiglie”. La raccomandazione del Chmp è basata sui risultati di due studi clinici registrativi condotti su persone affette da emofilia A con inibitori, gli studi di fase III HAVEN 1 e HAVEN 2. . Nello studio HAVEN 1 su adulti e adolescenti (di età uguale o superiore a 12 anni) affetti da emofilia A con inibitori, la profilassi con emicizumab ha evidenziato una riduzione statisticamente significativa dei sanguinamenti trattati pari all'87 per cento (rischio relativo [RR] = 0,13; p < 0,0001) rispetto a nessuna profilassi. In un'analisi intra-paziente unica nel suo genere, la profilassi con emicizumab ha prodotto una riduzione statisticamente significativa dei sanguinamenti trattati pari al 79 per cento (RR = 0,21, p = 0,0003) rispetto al precedente trattamento di profilassi con agenti bypassanti (Bpa) osservato nell'ambito di uno studio non interventistico (Nis) condotto prima dell'arruolamento nello studio HAVEN 1 . I risultati ad interim dello studio HAVEN 2 su bambini di età inferiore a 12 anni affetti da emofilia A con inibitori, hanno evidenziato che l'87 per cento (intervallo di confidenza [IC] al 95 per cento: 66,4; 97,2) dei bambini sottoposti a profilassi con emicizumab ha manifestato zero sanguinamenti trattati. Da un'analisi intra-paziente condotta su 13 bambini che avevano partecipato al NIS, la profilassi con emicizumab ha prodotto una riduzione dei sanguinamenti trattati pari al 99 per cento (RR = 0,01; IC al 95 per cento: 0,004; 0,044) rispetto al precedente trattamento con BPA. Gli eventi avversi (Ae) più comuni, osservati aggregando i dati degli studi clinici e che si sono verificati in almeno il 10 per cento dei pazienti trattati con emicizumab, sono stati le reazioni in corrispondenza della sede di iniezione e il mal di testa. Nello studio HAVEN 1, tre soggetti hanno manifestato eventi di microangiopatia trombotica (TMA) e due hanno sviluppato eventi trombotici gravi quando, di media, un dosaggio cumulativo di concentrato di complesso protrombinico attivato (aPCC) (FEIBA) > 100 U/kg/24 ore è stato somministrato per 24 ore o più a pazienti in profilassi con emicizumab. Questi dati hanno portato la Food and drug administration (Fda) statunitense ad approvare l'uso di emicizumab nella profilassi di routine, volta a prevenire o ridurre la frequenza degli episodi di sanguinamento in adulti e bambini affetti da emofilia A con inibitori del fattore VIII: tale approvazione è stata concessa il 16 novembre 2017. La FDA ha esaminato emicizumab tramite priority review (revisione prioritaria) mentre nel settembre del 2015 aveva accordato al medicinale la designazione di terapia break through in soggetti di età uguale o superiore a 12 anni affetti da emofilia A con inibitori. Lo scorso dicembre, in occasione del Congresso annuale della Società Americana di Ematologia (American Society of Hematology, ASH) sono state presentate analisi aggiornate degli studi HAVEN 1 e HAVEN 2. Da queste analisi è emerso che dopo un follow-up prolungato emicizumab ha continuato a produrre una riduzione sostanziale dei sanguinamenti nelle persone affette da emofilia A con inibitori. Emicizumab è ad oggi oggetto di studio nell'ambito di un robusto programma di sviluppo clinico comprendente altri due studi di fase III, HAVEN 3 e HAVEN 4. I risultati dello studio HAVEN 3 hanno evidenziato una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante del numero di sanguinamenti trattati nel tempo negli adulti e negli adolescenti (di età uguale o superiore a 12 anni) affetti da emofilia A senza inibitori, in regime di profilassi settimanale o a settimane alterne con emicizumab, rispetto ai soggetti non sottoposti a profilassi. Dai risultati ad interim dello studio HAVEN 4 è emerso un controllo clinicamente significativo dei sanguinamenti, negli adulti e negli adolescenti (di età uguale o superiore a 12 anni) affetti da emofilia A con o senza inibitori, trattati con la profilassi con emicizumab una volta ogni quattro settimane. I dati di entrambi gli studi verranno presentati in occasione di un imminente convegno medico e saranno sottomessi alle autorità sanitarie di tutto il mondo per la richiesta di approvazione. (EUGENIA SERMONTI)

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