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Payback di farmaci e dispositiviper ora senza misure alternative

Nel corso della tavola rotonda conclusiva della Winter School 2019 di Motore Sanità gli esperti hanno convenuto che fibchè non verranno studiate soluzioni diverse non ci sono gli estremi per fare a meno di questo strumento

Maria Rita Montebelli
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“Il pay back dei farmaci e dei dispositivi rappresenta una opzione oggi non eliminabile nella prospettiva del Servizio sanitario nazionale – il principale acquirente dei farmaci e dei dispositivi medici – almeno fino a quando non verranno messe in atto misure alternative efficienti che consentano di garantire i livelli di spesa programmati”. Ne è fermamente convinta Giovanna Scroccaro della Direzione Farmaci, Dispositivi e Protesica della Regione del Veneto, introducendo la tavola rotonda intitolata ‘La politica del farmaco e dei dispositivi medici dall'HTA al pay back, un tema sfidante da sostenere' in chiusura della Wintrer School 2019 di Motore Sanità a Como. “Gli attuali sistemi di controllo della spesa dei farmaci a livello statale consistono nella definizione del prezzo rimborsato, la limitazione di alcuni ambiti di utilizzo e il pay back – ha precisato Scroccaro – A queste misure si aggiungono azioni regionali finalizzate a migliorare l'appropriatezza prescrittiva e gli acquisti tramite gara. Nonostante queste misure il tetto programmato di spesa dei farmaci viene superato ogni anno e l'unico mezzo per compensare l'eccedenza di spesa è rappresentato dal pay back. Per i dispositivi medici non esiste nemmeno una definizione nazionale del prezzo, che è libero e contrattato unicamente a livello periferico dalle singole centrali di acquisto: la conseguenza è l'ampia e non giustificata variabilità regionale dei prezzi. Anche per i dispositivi medici il tetto di spesa programmato dallo Stato viene superato ogni anno”. “Lo scompenso cardiaco sta diventando la più frequente causa di ricovero in tutta Italia – ha detto Sebastiano Marra, direttore del Dipartimento Cardiologia della Villa Pia Hospital di Torino – generalmente sono pazienti anziani, complessi e con molte comorbidità. Per questo, la diagnostica è importante poiché tende a darci informazioni sempre più precoci nel prevenire recidive. Inoltre, la terapia interventistica ci sta permettendo di trattare pazienti considerati senza speranze fino a pochi anni fa. Non si tratta solamente di migliorare la vita, ma sicuramente la qualità”. La regione Campania ha come snodo strategico il nuovo Tavolo permanente per la farmaceutica regionale. Ne ha parlato Ugo Trama, responsabile della UOD 08 ‘Politica del Farmaco e Dispositivi' presso la Direzione Generale per la Tutela della Salute e il Coordinamento del SSR della Regione Campania: “Il Tavolo si riunisce mediamente con cadenza mensile – ha detto - e vi partecipano clinici, farmacisti, farmacologi e esperti di farmacovigilanza. Secondo la strategia regionale si va verso un superamento del prontuario regionale e analogamente perdono di significato i prontuari locali. Inoltre, il Tavolo ha anche responsabilità in tema di HTA e di monitoraggio consumi e si avvale principalmente della collaborazione dell'Università ‘Federico II' di Napoli. Per quanto concerne gli acquisti la Regione si avvale della centrale di acquisto SoReSa per circa il 70-80 per cento, che cura anche la piattaforma per monitorare e incrociare registri e consumi. Per la gestione dei pay back, ove previsti, l'intenzione regionale è quella di ritornarli alle aziende”. (MARCO BIONDI)

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