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Professioni sanitarie: “l'ordineè una vera tutela per i cittadini”

Da quasi un anno, ogni cittadino ha una garanzia in più: tutti i professionisti sanitari – non solo i medici, i farmacisti e i veterinari quindi – hanno l'obbligo di iscriversi all'ordine professionale di riferimento

Maria Rita Montebelli
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Dallo studio dentistico al negozio di ottica, dall'ambulatorio di logopedia alla sala diagnostica di risonanza magnetica: che si tratti di una visita di routine o di un percorso terapeutico complesso o di un esame strumentale di alta tecnologia diagnostica, le situazioni in cui molti di noi si avvalgono dell'operato dei professionisti della salute sono pressoché quotidiane. Pochi sanno però che da quasi un anno, ogni cittadino ha una garanzia in più: tutti i professionisti sanitari hanno l'obbligo di iscriversi all'ordine professionale di riferimento. Lo ha stabilito la Legge di riforma Lorenzin, dal nome dell'ex ministro della Salute, indicata anche più formalmente come Legge 11 gennaio 2018, n. 3. Tutti gli Ordini neoistituiti sono poi riuniti in un'unica Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica (TSRM) e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, che rappresentano ben 19 profili professionali. Ciò ha comportato una grande operazione di censimento su tutto il territorio nazionale che tutela, oltre ai cittadini in primis, anche la parte buona dei professionisti, quelli che operano legalmente in forza di un'adeguata preparazione. Ne abbiamo parlato con Alessandro Beux, presidente della Federazione nazionale. “La prima cosa che vorrei sottolineare è la complessità del progetto che stiamo portando avanti: gli Ordini, a livello nazionale, sono complessivamente 61, tra provinciali e interprovinciali, e le professioni sanitarie che vi fanno riferimento sono 19, di cui due, e cioè i Tecnici sanitari di radiologia medica e gli Assistenti sanitari, avevano già un inquadramento ordinistico ed erano già attive da molti decenni, negli ex Collegi professionali dei Tecnici sanitari di radiologia medica e IPASVI – ha esordito Beux – 19 professioni sono state raccolte all'interno di un unico Ordine: non ne esiste un altro che abbia al suo interno un così elevato numero di professioni”.I numeri sono rilevanti se guardiamo il numero dei professionisti coinvolti: 33mila circa tra Tecnici di radiologia e Assistenti sanitari, e circa 200mila per le alte 17 professioni, per un totale che a fine censimento dovrebbe attestarsi intorno ai 230 mila iscritti. “La stima dei 200 mila da censire è fatta sulla base di alcuni dati quali il numero di diplomati e laureati, dei dipendenti, dei pensionamenti e così via. I vantaggi di riunire in un unico Ordine gli operatori di 19 professioni della salute sono sostanzialmente tre – ha continuato Beux – Il primo è un censimento puntuale dei soggetti abilitati a operare sul territorio italiano, che farà sì che coloro che ne hanno titolo s'iscriveranno all'albo e potranno continuare a esercitare, mentre coloro che non hanno i titoli necessari, non potendo iscriversi all'albo, saranno costretti a interrompere l'esercizio abusivo di una professione sanitaria”.In sostanza, sarà più facile di prima contrastare chi esercita con un titolo di studio falso o non adatto.“Il secondo grande vantaggio è relativo alla inter-professionalità, cioè il collegamento e la collaborazione stretta tra professioni che si trovano a operare nello stesso luogo fisico, ma che, venendo formate e avendo contesti associativi e istituzionali differenti, finora rimanevano confinate ciascuna nel proprio ambito – ha aggiunto Beux – Grazie agli Ordini delle professioni sanitarie e quindi a un contesto istituzionale di grande valore, nel quale condividere spazi, processi e competenze, nel medio e nel lungo periodo le differenze che caratterizzano i singoli operatori non saranno più motivo di separazione tra le professioni, ma elemento di ricchezza di un'unica grande famiglia di professionisti sanitari; il terzo vantaggio è la condivisione delle risorse, che andrà a vantaggio dell'efficienza e, soprattutto, della qualità e della sicurezza delle prestazioni sanitarie”. Tutto sembra procedere regolarmente anche se il tempo a disposizione è stato molto breve e il percorso è (stato) decisamente faticoso: la legge è stata pubblicata in G.U. l'11 gennaio 2018 ed è entrata in vigore il 15  febbraio 2018. Dal 1° luglio 2018, tutti gli aventi diritto hanno potuto iscriversi agli Ordini di riferimento in modo del tutto informatizzato, accedendo all'apposito portale della Federazione nazionale e con l'importante supporto dato dalle Associazioni maggiormente rappresentative (quelle dei professionisti sanitari che erano precedentemente privi dell'Albo professionale). Un altro importante vantaggio del cosiddetto maxi-ordine è relativo alla formazione continua, importante per il mantenimento e l'aggiornamento delle competenze dei professionisti. Tutti gli iscritti agli ordini sono tenuti in Italia a seguire un apposito programma di formazione Ecm (Educazione Continua in Medicina) con l'acquisizione di un certo numero di crediti nel triennio di riferimento.“Al di là dell'aspetto meramente burocratico e contabile, noi puntiamo a far sì che ogni iscritto segua un percorso formativo coerente e di qualità, in grado di implementare le competenze davvero utili al professionista all'interno del suo specifico contesto lavorativo – ha sottolineato Beux – Più che su meccanismi punitivi per chi non si adegua, il nostro sistema si baserà su meccanismi premianti, a esempio, sfruttando appieno le potenzialità del dossier formativo di gruppo o del singolo professionista”. L'istituzione ed ampliamento degli Ordini delle professioni sanitarie potrà dunque fare da volano a un miglioramento qualitativo di tutto il sistema socio-sanitario, grazie a una maggiore tutela degli assistiti.“Vorrei sottolineare che la maggiore tutela dei cittadini passa per una maggiore verifica e tutela dei professionisti, ed è proprio questo lo scopo degli Ordini, che ringrazio per quel che da un anno stanno facendo affinché gli obiettivi di garanzia della qualità professionale che il legislatore ha indicato con la legge 3/2018 possano essere raggiunti il più rapidamente possibile – ha concluso Beux – D'ora in poi, chiunque potrà andare sul nostro sito http://www.tsrm.org/ e, attraverso l'albo unico nazionale, verificare se il professionista sanitario a cui si sta rivolgendo è iscritto ad uno dei 61 Ordini territoriali: è un'operazione di grande trasparenza”. (FABRIZIA MASELLI)

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