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Analisi del Movimento: apreil 1° laboratorio sul Parkinson

Analisi del cammino unita a stimolazione cerebrale profonda sono le due armi per agire sul deragliamento dell'attività neurale: l'identificazione precoce dei sintomi è cruciale per una diagnosi e l'intervento sempre più tempestivo

Maria Rita Montebelli
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I numeri, purtroppo in aumento progressivo per l'invecchiamento della popolazione, ci dicono che in Italia le persone affette da Parkinson sono circa 300 mila, ma la convinzione generale è che il numero sia più elevato, circa 450 mila. E la cosa più importante è quindi  studiare e comprendere meglio le problematiche legate al controllo posturale e locomotorio nei pazienti affetti da malattia di Parkinson, ma anche proporre e monitorare nuove strategie terapeutiche e riabilitative specifiche per ogni tipo di sintomo, attraverso la stimolazione celebrale profonda di tipo adattativo. Sono questi gli obiettivi del nuovo Laboratorio di Analisi del Movimento italiano, dedicato ai pazienti con malattia di Parkinson, inaugurato presso l'ASST Gaetano Pini-CTO di Milano e realizzato in collaborazione con l'Ospedale Universitario di Würzburg e il Centro Parkinson e Parkinsonismi dell'ASST Gaetano Pini-CTO di Milano, con il contributo delle Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson. “Uno degli impegni della nostra Fondazione si è concretizzato proprio nella realizzazione di questa struttura sofisticata, innovativa e unica nel suo genere localizzata all'interno dello stesso Ospedale in cui si trova il Centro Parkinson (ASST Gaetano Pini-CTO) – dichiara Gianni Pezzoli, presidente della Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson e già Direttore Centro Parkinson e Parkinsonismi dell'ASST Gaetano Pini-CTO, Milano – Questo Laboratorio è stato realizzato con l'obiettivo di acquisire nuove conoscenze relative ai disturbi motori, in particolar modo il ‘freezing' della marcia, uno dei sintomi più gravi ed invalidanti della malattia di Parkinson, al fine di fornire ai pazienti un trattamento e una modalità riabilitativa sempre più personalizzata”. “Abbiamo sostenuto questo progetto – dichiara Francesco Laurelli, direttore generale dell'ASST Gaetano Pini-CTO, Milano – proprio perché le ricerche svolte grazie al Laboratorio hanno delle ricadute positive sull'assistenza e la cura dei nostri pazienti, affetti dalla Malattia di Parkinson. Chi soffre di questa patologia fortemente invalidante ha bisogno infatti di cure sempre più innovative ed efficaci, visto anche l'invecchiamento della popolazione. Siamo molto soddisfatti del respiro europeo di questa iniziativa che consente alla nostra azienda di collaborare con l'Ospedale Universitario di Würzburg”. Nel nuovo ‘Laboratorio di Analisi del Movimento' sarà possibile effettuare un'analisi specifica e mirata del cammino: una valutazione cinematica (es. lunghezza e velocità del passo, etc.) verrà affiancata da valutazioni dinamiche (es. reazioni di forza con il terreno), elettromiografiche ed elettroencefalografiche. I pazienti verranno invitati a camminare in ambienti di realtà virtuale immersiva che riproducono situazioni della vita quotidiana (es. un incrocio stradale o una strada molto affollata) ad alto rischio per la comparsa di gravi problemi motori come il ‘freezing' della marcia o la comparsa di cadute. “La prevenzione delle cadute è proprio uno degli obiettivi principali della nostra attività di ricerca. Si tratta infatti di un evento temibile che può portare a fratture, ospedalizzazione, ridotta autonomia e scarsa qualità di vita per il paziente e per il suo caregiver – afferma Ioannis U. Isaias, ordinario di Neurologia UKW-Università di Würzburg – Stiamo quindi cercando di migliorare le strategie terapeutiche non farmacologiche sperimentando nuovi dispositivi di stimolazione cerebrale profonda (o Deep Brain Simulation) di tipo adattativo che permettono una modulazione in base alle esigenze cliniche individuali del paziente e alle varie attività quotidiane. Parallelamente stiamo sviluppando anche nuovi metodi di programmazione computerizzata di questi neurostimolatori per un trattamento personalizzato”. Questa linea di ricerca iniziata in Germania presso l'Università di Würzburg verrà adesso avviata anche nel nuovo Laboratorio italiano utilizzando questi nuovi dispositivi che sono in grado di stimolare e contemporaneamente registrare l'attività delle aree cerebrali impiantate. “Si tratta di un'importante innovazione tecnologica poiché soltanto monitorando in modo molto preciso il deragliamento dell'attività neurale correlato a ciascun sintomo della malattia di Parkinson, potremo mettere a punto neurostimolatori di tipo adattativo realmente efficaci” – precisa Isaias. Un primo passo in questa direzione è stato fatto per il ‘freezing' della marcia: è stata registrata l'attività della corteccia cerebrale motoria e del nucleo subtalamico prima, durante e dopo la comparsa di questo particolare problema del cammino. Durante questi episodi i pazienti mostrano una perdita funzionale della connettività tra queste due regioni cerebrali, come se smettessero in modo transitorio di comunicare. “Si tratta di un approccio innovativo e multimodale: lo studio del cammino nella malattia di Parkinson non era mai stato eseguito con questo livello di complessità. I primi risultati di questa ricerca sono stati estremamente entusiasmanti e verranno pubblicati a breve su ‘Brain', una delle riviste scientifiche più prestigiose in ambito neurologico. L'obiettivo è ora quello di poter replicare questa tipologia di analisi anche nel nuovo Laboratorio italiano al fine di approfondire altre problematiche del cammino, che resta uno degli aspetti della malattia meno controllati dalla terapia e dalla stimolazione cerebrale profonda. Queste analisi, al momento finalizzate a progetti di ricerca, saranno presto offerte come prestazioni ai pazienti”, dichiara Isaias. La malattia di Parkinson è un disturbo del sistema nervoso centrale. Insorge solitamente intorno ai 60 anni, anche se nel 5-10 per cento dei casi può esserci un esordio prima dei 40 anni. “Considerando il progressivo invecchiamento della popolazione abbiamo elementi per credere che il numero dei pazienti sia più elevato, circa 450 mila. Sono cifre che sottolineano ulteriormente l'impatto clinico e sociale della malattia di Parkinson e dei parkinsonismi – dichiara Gianni Pezzoli – L'identificazione precoce dei sintomi diventa cruciale quindi per una diagnosi e un intervento sempre più tempestivo: ci sono evidenze che ci suggeriscono che per esempio anche sintomi non motori come la riduzione o l'abolizione dell'olfatto, che colpisce circa il 50 per cento dei pazienti parkinsoniani, o il disturbo comportamentale in sonno REM (RBD) caratterizzato da manifestazioni di agitazione motoria, siano predittivi di malattia”, conclude Pezzoli. (EUGENIA SERMONTI)

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