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Imballaggi sul banco degli imputati:"Pericolo contaminazione alimentare"

Sostanze nocive per la salute possono migrare dai contenitori al cibo che consumiamo. Un'indagine condotta da Altroconsumo e altre associazioni mostra come sia urgente una legge europea in materia di imballaggi stampati

Maria Rita Montebelli
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Nel cibo che consumiamo potrebbero essere presenti tracce di inchiostro provenienti dagli imballaggi che lo contengono: a dirlo è una recente indagine condotta da Altroconsumo e da diverse altre associazione di consumatori europee. Nel corso dello studio sono stati analizzati 76 campioni di contenitori di carta e cartone stampati. Sono stati ricercati due tipi di sostanze presenti negli inchiostri: le ammine aromatiche primarie – sostanze derivate dall'ammoniaca alcune delle quali note o sospettate di avere proprietà cancerogene e mutagene per l'uomo - e diversi fotoiniziatori ovvero sostanze usate per dare brillantezza ai colori, su alcuni dei quali pende il dubbio che siano cancerogeni o perturbatori del sistema ormonale. Dai  risultati dei test - che oltre che in Italia sono stati svolti in Danimarca, Norvegia e Spagna - 45 campioni sono risultati ‘puliti' mentre ben 31 sono quelli in cui gli imballaggi rischiano di trasmettere ai cibi sostanze chimiche. Tra questi anche un prodotto italiano - gli stampi Tescoma utilizzati da tanti consumatori per preparare muffin casalinghi - non ha superato la prova per quanto riguarda le ammine aromatiche primarie. Per fare le valutazioni, in assenza di una norma specifica sugli inchiostri, gli esperti si sono affidati a due punti di riferimento legislativi e scientifici: la legislazione svizzera che regolamenta l'uso degli inchiostri da utilizzare sugli imballaggi alimentari e il parere dell'ente governativo tedesco di valutazione dei rischi alimentari (Bfr) per quanto riguarda la possibile migrazione delle ammine aromatiche primarie da articoli in carta stampata. I risultati complessivi dell'indagine sono segno evidente che è urgente una legge europea in materia di imballaggi stampati che tuteli maggiormente i consumatori da questo rischio. In Italia in particolare esiste già una norma specifica sulla carta e cartone alimentare ma non c'è ancora nulla che riguardi gli inchiostri della stampa. “Abbiamo presentato i risultati delle nostre analisi al Beuc - The european consumer organization. – spiega Ivo Tarantino, responsabile relazioni esterne Altroconsumo – l'associazione, che ci rappresenta in seno alle istituzioni europee, ha ora in mano i nostri dati, che dimostrano la portata del problema e argomenti incisivi per chiedere finalmente una normativa sugli imballaggi alimentari di carta e cartone e sugli inchiostri, che scongiuri ogni rischio. La stessa Commissione europea ha chiesto recentemente agli stati membri di condurre controlli sulle sostanze rilasciate dagli imballaggi tra cui le ammine aromatiche primarie per valutare l'ipotesi di una nuova regolamentazione”. I risultati lasciano trasparire una situazione non omogenea e, nonostante esistano già buone pratiche industriali per evitare che gli inchiostri vengano in contatto con gli alimenti - anche attraverso l'utilizzo di film plastici - purtroppo può comunque capitare che si verifichino migrazioni di alcune sostanze durante il periodo di conservazione dell'alimento o contaminazioni dei contenitori in altri momenti, per esempio bicchieri di carta stampati impilati gli uni dentro gli altri, o in fase di stampa del cartone. (MATILDE SCUDERI)

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