'L'alimentazione & il fegato'Scenari futuri in epatologia
Grande successo del'evento scientifico internazionale organizzato nei giorni scorsi all'Hotel Albornoz di Spoleto dagli epatologi umbri Mariano Quartini e Maria Oliva Pensi nell'ambito del Festival dei due mondi'
L'alimentazione riveste un ruolo importantissimo per ognuno di noi, ma soprattutto nel trattamento delle persone con patologie epatiche, quali ad esempio la cirrosi o il cosiddetto fegato ‘grasso'. Per proteggere il fegato a tavola è bene limitare i grassi animali, favorendo invece quelli vegetali, come l'olio d'oliva, limitando l'apporto di carboidrati. “Decisamente da evitare le bevande gassate e zuccherate – afferma il professor Mariano Quartini che sul tema ha appena organizzato a Spoleto, insieme a Maria Oliva Pensi, nell'ambito del ‘Festival dei due Mondi' un evento scientifico internazionale – anche quelle dolcificate con fruttosio che può danneggiare le cellule del fegato”. Nei soggetti con cirrosi epatica è importante mantenere un'alimentazione ben equilibrata che comprenda tutti i componenti, dalle proteine, ai carboidrati, ai grassi. “In passato – ricorda Mariano Quartini – si riteneva che il cirrotico dovesse limitare al massimo le proteine per il rischio dell'encefalopatia epatica. In tempi più recenti si è dimostrato invece che un corretto stato nutrizionale è fondamentale e per ottenerlo la dieta deve essere il più possibile varia e completa, senza limitazioni relative ai suoi componenti fondamentali. Altra accortezza è quella di limitare l'assunzione di sale. Non è necessario che la dieta sia completamente senza sale – spiega Quartini – ma deve essere iposodica, cioè con poco sale. L'assunzione di liquidi va limitata a un litro, un litro e un quarto al giorno perché questi pazienti tendono a trattenere liquidi. Il medico dovrà avere poi un'attenzione particolare alla sarcopenia, cioè alla riduzione della massa muscolare, che può essere valutata misurando le dimensioni del muscolo psoas a livello della seconda vertebra lombare (L2), attraverso una TAC”. I pazienti con steatosi epatica sono spesso persone in sovrappeso, se non francamente obese, e diabetiche. “La prima indicazione da dare – afferma il dottor Quartini – è quella di ridurre il peso del 10 per cento. Si è dimostrato infatti che perdendo il 10 per cento del peso corporeo permette di ridurre non solo i deposti di grasso del fegato, ma anche la componente di fibrosi. L'obiettivo di una dieta con una quantità limitata di carboidrati e di grassi, associata ad un'adeguata attività motoria aiuta a centrare l'obiettivo di ridurre del 10 per cento il peso corporeo, elemento questo fondamentale per arrivare ad un miglioramento strutturale-organico del danno steatosico, che nel frattempo si può essere già instaurato. Per quanto riguarda l'assunzione di alcol in questi pazienti – conclude il dottor Quartini – il dibattito è ancora aperto; ma secondo le ultime tendenze può essere tollerato in basse dosi (non più di mezzo bicchiere di vino ai pasti principali)”. (EUGENIA SERMONTI)