Tumore polmonare NSCLCok afatinib con osimertinib
La terapia sequenziale con i due farmaci è stata associata a risultati incoraggianti in termini di tempo di trattamento e sopravvivenza complessiva in pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC)
Arrivano i risultati aggiornati dall'analisi intermedia dello Studio GioTag, che dimostrano come il trattamento con afatinib seguito da osimertinib abbia permesso di ottenere una sopravvivenza complessiva (OS) di quasi quattro anni (45,7 mesi) in pazienti con tumori positivi per la mutazione Del19 (delezione dell'esone 19). GioTag è uno studio retrospettivo osservazionale real life, in aperto, di valutazione dell'effetto della terapia con afatinib seguito da osimertinib, in pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC), positivo per mutazioni del recettore del fattore di crescita dell'epidermide (EGFR M+) con mutazione T790M acquisita, l'espressione più comune di resistenza agli inibitori della tirosin-chinasi dell'EGFR di prima e seconda generazione. In precedenza, erano disponibili solo i risultati di sopravvivenza complessiva a 2 anni e a 2 anni e mezzo, ora, un'analisi successiva dei dati di cartelle cliniche fornisce risultati aggiornati su una prima sottopopolazione di pazienti (Stati Uniti). Si tratta della prima analisi di un processo che si articola in due fasi, e il poter disporre di dati elettronici consente una maggiore velocità di elaborazione. I risultati clinici di real life indicano che, dopo un follow-up mediano di 30,3 mesi, la sopravvivenza complessiva (OS) mediana è stata di quasi tre anni e mezzo (41,3 mesi), in pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule positivo per mutazioni dell'EGFR, con sviluppo di resistenza T790M, con dato aggiornato di OS a due anni dell'80 per cento. La sopravvivenza complessiva è particolarmente promettente in pazienti con tumori positivi per la mutazione Del19 all'avvio della terapia con afatinib. In questi pazienti, la sopravvivenza complessiva (OS) mediana è stata di 45,7 mesi, con una percentuale di OS a due anni dell'82 per cento. Il dato aggiornato di tempo mediano in terapia sequenziale con afatinib e osimertinib è stato di 28,1 mesi nel complesso, e di 30,6 mesi in pazienti positivi per la mutazione Del19. Il tempo mediano di trattamento con osimertinib, dopo il trattamento con afatinib, è stato di 15,6 mesi nel complesso, e di 16,4 mesi per chi presentava mutazioni Del19. Maximilian J. Hochmair, pneumologo del Dipartimento di Medicina Interna e Pneumologia dell'Ospedale Nord Floridsdorf di Vienna e coordinatore dello Studio ha dichiarato: “Poiché molti pazienti con questo tipo di tumore polmonare finiscono per sviluppare resistenza agli inibitori della tirosin-chinasi dell'EGFR, è importante considerare l'ordine di queste terapie per offrire loro quante più opzioni terapeutiche future possibili. I risultati aggiornati dello Studio GioTag forniscono evidenze a sostegno di afatinib seguito da osimertinib, come possibile terapia sequenziale per pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule, positivo per mutazioni dell'EGFR”. Victoria Zazulina, corporate vice president e responsabile mondiale Oncologia, Medicina di Boehringer Ingelheim, ha commentato: “Il continuo sviluppo clinico di nuovi inibitori della tirosin-chinasi dell'EGFR offre ulteriori opzioni terapeutiche ai pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule, positivo per mutazioni dell'EGFR, e ci interroga sulla sequenza ottimale. Considerato che, ad ora, non sono disponibili opzioni terapeutiche mirate consolidate in seguito al fallimento di osimertinib, si può ragionare sul fatto che si possa riservare osimertinib alla seconda linea di trattamento, dopo inibitori della tirosin-chinasi dell'EGFR di seconda generazione. I dati real life ottenuti dallo studio GioTag supportano tale argomentazione a favore della terapia sequenziale con afatinib, seguito da osimertinib, in pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule, positivo per mutazione Del 19 dell'EGFR”. Lo studio osservazionale GioTag fornisce dati real life su un'ampia popolazione di pazienti dei quali il 15,3 per cento con basso performance status (ECOG PS ≥2) e il 10,3 per cento con metastasi cerebrali stabili, condizioni che normalmente costituiscono criteri di esclusione dalla partecipazione a studi clinici. Questa analisi intermedia è la prima di un processo in due fasi. L'analisi finale è prevista per l'inizio del 2020 e fornirà dati aggiornati su pazienti in Asia e nei Paesi europei. (EUGENIA SERMONTI)