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Contro il tumore della prostata arriva la medicina di precisione

Lo studio PROfound ha dimostrato l'efficacia di olaparib nei pazienti portatori di particolari mutazioni del DNA tumorale. La medicina di precisione entra finalmente nel trattamento di questo tumore e con risultati senza precedenti

Maria Rita Montebelli
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E' un farmaco che ci ha abituato a grandi performance negli studi sui tumori femminili, ma che adesso dimostra di essere un asso nella manica anche per il tumore della prostata, la neoplasia più frequente nell'universo maschile. I risultati dello studio PROfound, appena presentati al congresso europeo di oncologia (ESMO), che chiude oggi i battenti a Barcellona, ha dimostrato che l'olaparib di Astra Zeneca - ecco il nome di questo farmaco così versatile – dimezza il rischio di progressione del tumore della prostata metastatico nei pazienti portatori di mutazioni a carico dei geni di ‘riparazione' del DNA tumorale, andati in progressione di malattia durante trattamento con i più moderni farmaci ormonali (abiraterone o enzalutamide). Risultati particolarmente positivi si sono avuti nei pazienti portatori della mutazione BRCA1/2 (il cosiddetto gene Angelina Jolie). In questo gruppo di pazienti, il guadagno assoluto in termini di ritardo della progressione di malattia o di morte è stato di 7,4 mesi nel gruppo trattato con olaparib, contro i 3,6 mesi di quelli trattati con la terapia ormonale (abiraterone o enzalutamide), facendo segnare una riduzione del 66 per cento del rischio di morte o progressione della malattia. “PROfound – afferma il professor Giuseppe Procopio, coordinatore nazionale dello studio PROfound e responsabile dell'Oncologia Medica Genito-urinaria Fondazione IRCCS - Istituto Nazionale dei Tumori di Milano - è il primo studio positivo di fase III a dimostrare un'importante efficacia clinica dei PARP inibitori sia negli uomini con tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione e BRCA mutato, che in coloro che hanno altre mutazioni dei geni coinvolti nei meccanismi di riparazione del DNA. Finalmente anche nel tumore della prostata stiamo entrando nell'era della medicina di precisione: attraverso l'esecuzione di un test sarà possibile personalizzare le cure e offrire un trattamento con un target molecolare per i pazienti con tumore della prostata avanzato che sono progrediti a una precedente terapia ormonale”. Lo studio PROfound apre dunque la strada ad un nuovo approccio per il trattamento del tumore della prostata, quello dei farmaci a bersaglio molecolare, cioè della medicina di precisione. “Osservare dei risultati così significativi sulla progressione della malattia e su altri aspetti clinici come il peggioramento del dolore e il tasso di risposta oggettiva – commenta il primo autore dello studio Maha Hussain, della Northwestern University di Chicago (USA) - è un risultato notevole in questa categoria di pazienti con tumore della prostata, così già pesantemente trattati in precedenza. Il tumore della prostata era finora rimasto indietro, rispetto a tante altre forme tumorali, nell'uso delle cosiddette terapie a target. Anche per questo siamo molto soddisfatti perché abbiamo finalmente a disposizione un farmaco che ci consente di personalizzare la terapia del paziente sulla base della presenza di specifiche alterazioni del DNA nelle loro cellule tumorali”. Il tumore della prostata è la seconda più comune forma di cancro negli uomini (in Italia se ne registrano 37 mila nuove diagnosi ogni anno). Il 10-20 per cento dei pazienti con tumore della prostata in fase avanzata svilupperà resistenza alla terapia ormonale (la cosiddetta terapia di deprivazione androgenica) entro 5 anni e l'84 per cento di questi pazienti presenterà metastasi, già al momento del fallimento della terapia ormonale. Nei portatori di mutazioni dei geni di riparazione del DNA, come la BRCA, olaparib può dunque offrire una nuova speranza di trattamento. (MARIA RITA MONTEBELLI)

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