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Giovani e salute. Quali sono le abitudini dei nostri ragazzi?

Gli adolescenti hanno un'alta percezione della loro qualità di vita e un buon rapporto con i compagni e gli insegnanti. Tuttavia c'è ancora molto da migliorare per quanto riguarda cibo, alcool e interazioni via social

Maria Rita Montebelli
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L'età pre-adolescenziale e adolescenziale rappresenta una fase cruciale per lo sviluppo dell'individuo e la comprensione dei determinanti dei comportamenti a rischio, frequenti in questa fascia d'età, può contribuire alla definizione di politiche e interventi in grado di promuovere l'elaborazione di valori positivi e che facilitino l'adozione di stili di vita salutari. Per questo motivo nel 2018 il Sistema di sorveglianza Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare– ovvero la Health behaviour in school-aged children Italia (Hbsc) – ha avviato un'indagine volta a indagare il rapporto tra adolescenti e salute. Alcuni dati generali. Gli adolescenti italiani hanno un'alta percezione della loro qualità di vita, anche se le loro abitudini non sono poi così corrette. Dal 20 al 30 per cento degli studenti tra 11 e 15 anni, infatti, non fa la prima colazione nei giorni di scuola, solo un terzo dei ragazzi consuma frutta e verdura almeno una volta al giorno e meno del 10 per cento svolge almeno un'ora quotidiana di attività motoria, come raccomandato dall'Oms, mentre un quarto di loro supera le due ore al giorno - il massimo raccomandato - davanti ad uno schermo.L'indagine mostra oltretutto che aumentano i fenomeni estremi quali il binge drinking e la preferenza, soprattutto tra le ragazze, di trascorrere tempo online con gli amici piuttosto che incontrarsi. Di contro, l'Italia risulta essere tra i paesi meno interessati dal fenomeno del bullismo. La maggior pare degli studenti si sente supportata da amici e compagni di classe e ha un buon rapporto con gli insegnanti. Alimentazione e stato ponderale. Sulla base di quanto auto-dichiarato dai ragazzi i dati 2018 evidenziano che il 16,6 per cento dei ragazzi 11-15 anni è in sovrappeso e il 3,2 per cento obeso; l'eccesso ponderale diminuisce lievemente con l'età, è maggiore nei maschi e nelle regioni del Sud. Rispetto alla precedente rilevazione effettuata nel 2014 tali valori sono tendenzialmente stabili. Tra i comportamenti alimentari scorretti, l'Hbsc ha evidenziato nel 2018 l'abitudine frequente a non consumare la colazione nei giorni di scuola, con prevalenze che vanno dal 20,7 per cento a 11 anni, al 26,4 per cento a 13 anni e al 30,6 per cento a 15 anni; tale percentuale è maggiore nelle ragazze in tutte le fasce d'età considerate. Questa abitudine, rispetto al 2014, ha subìto un lieve peggioramento. Solo un terzo dei ragazzi consuma frutta e verdura almeno una volta al giorno con valori migliori nelle ragazze. Rispetto al 2014 aumenta il consumo, almeno una volta al giorno, di verdura ma diminuisce quello di frutta in tutte le fasce d'età e per entrambi i generi. Pane, pasta e riso sono gli alimenti più consumati in assoluto per 1 ragazzo su 2. Le bibite zuccherate/gassate sono consumate maggiormente dagli undicenni e dai maschi: le consumano almeno una volta al giorno: il 14,3 per cento degli undicenni; il 13,7 per cento dei tredicenni; il 12,6 per cento dei quindicenni. Il trend è però in discesa, già dal 2014, per tutte le fasce d'età e senza differenza di genere. Attività fisica e sedentarietà. L'Oms raccomanda almeno 60 minuti di attività motoria moderata-intensa tutti i giorni per i giovani (5-17 anni) includendo il gioco, lo sport, i trasporti, la ricreazione e l'educazione fisica praticate nel contesto delle attività familiari, di scuola e comunità. Nel 2018, la frequenza raccomandata di attività motoria moderata-intensa quotidiana è rispettata dal solo 9,5 per cento dei ragazzi 11-15 anni, diminuisce con l'età- 11 anni: 11,9 per cento; 13 anni: 6,5 per cento; 15 anni: 6,8 per cento - ed è maggiore nei maschi; tale comportamento risulta in diminuzione rispetto al 2014. Le linee guida internazionali raccomandano di non superare due ore al giorno in attività dedicate a guardare uno schermo. Dai dati 2018 si evince che circa un quarto dei ragazzi supera questo limite, con un andamento simile per entrambi i generi e valori in aumento dopo gli 11 anni. Rispetto al 2014 non si riscontra un cambiamento sostanziale. Fumo, alcol, cannabis e gioco d'azzardo. La quota totale dei non fumatori negli ultimi 30 giorni si mantiene stabile: 89 per cento nel 2018 rispetto al 88 per cento del 2014. Le 15enni italiane fumano di più rispetto ai coetanei maschi; infatti il 32 per cento delle ragazze rispetto al 25 per cento dei ragazzi ha fumato almeno un giorno nell'ultimo mese. Il 16 per cento dei 15enni italiani ha fatto uso di cannabis nel corso degli ultimi 30 giorni.Aumentano i fenomeni estremi legati al consumo di alcolici tra i giovani. Nel 2018, il 43 per cento dei 15enni (38 per cento nel 2014) e il 37 per cento delle 15enni (30 per cento nel 2014) ha fatto ricorso al bingedrinking negli ultimi 12 mesi. Più di 4 studenti su 10 hanno avuto qualche esperienza di gioco d'azzardo nella vita, con i ragazzi 15enni che risultano esserne coinvolti maggiormente (62 per cento) rispetto alle coetanee (23 per cento). La quota di studenti a rischio di sviluppare una condotta problematica o che possono già essere definiti problematici – ovvero che presentano almeno due sintomi del disturbo da gioco d'azzardo come per esempio aver rubato soldi per scommettere -è pari al 16 per cento, con un +10 per cento rispetto al 2014. Il rapporto tra pari, il contesto scolastico, il bullismo e il cyberbullismo. L'Hbsc indaga anche alcuni aspetti del contesto di vita familiare e scolastico, come ad esempio il rapporto con i genitori, con i compagni di classe, gli insegnanti, i pari, il bullismo e il cyberbullismo. Nel 2018 più del 70 per cento dei ragazzi parla molto facilmente con i genitori; più dell'80 per cento dichiara di avere amici con cui condividere gioie e dispiaceri e più del 70 per cento di poter parlare con loro dei propri problemi. Infine, oltre il 60 per cento dei ragazzi ritiene i propri compagni di classe gentili e disponibili. Un ragazzo su 2 dichiara che gli insegnanti sono interessati a loro come persone e il 62,4 per cento dei ragazzi dichiara di avere fiducia negli insegnanti. Il bullismo continua a vedere l'Italia tra i paesi meno interessati dal fenomeno rispetto al complesso di quelli coinvolti nella rilevazione.Gli atti di bullismo subìti a scuola nel corso degli ultimi due mesi decrescono con l'età: coloro che dichiarano di essere stati vittima di bullismo almeno una volta negli ultimi 2 mesi sono il 16,9 per cento degli undicenni - erano il 23 per cento nel 2014 - il 13,7 per cento dei tredicenni e l'8,9 per cento dei quindicenni. Rispetto al 2014 tale fenomeno è quindi complessivamente in riduzione. La percentuale di coloro che dichiarano di aver subìto azioni di cyberbullismo negli ultimi due mesi diminuisce con l'età: a 11 anni il 10,1 per cento; a 13 anni l'8,5 per cento e a 15 anni il 7 per cento). L'uso problematico dei social media. La diffusione e l'uso dei social media, soprattutto tra i più giovani, richiede un'attenzione particolare; per tale motivo nei questionari Hbsc 2018 è stata introdotta un'intera sezione su questo fenomeno. I risultati mostrano che i giovani che fanno uso problematico dei social media sono l'11,8 per cento delle ragazze e il 7,8 per cento dei ragazzi. La preferenza per le interazioni sociali online rispetto agli incontri faccia a faccia è frequentemente considerato un comportamento che contribuisce al rischio di sviluppare un uso problematico dei social media. Infatti, soprattutto le ragazze di 13 anni (19 per cento) dichiarano di essere d'accordo o molto d'accordo nel preferire le interazioni online per parlare dei propri sentimenti. La maggioranza delle ragazze (86,9 per cento) e dei ragazzi (77 per cento) ha dichiarato di avere contatti giornalmente o più volte al giorno con la cerchia di amici stretti che frequentano anche faccia a faccia. Le abitudini sessuali. Il 21,8 per cento dei 15enni - 26,2 per cento maschi vs 17,6 per cento femmine - dichiara di aver avuto rapporti sessuali completi. Il tipo di contraccettivo prevalentemente utilizzato è il preservativo (70,9 per cento dei maschi e il 66,3 per cento delle femmine), seguito dal coito interrotto (37 per cento maschi vs 54,5 per cento femmine), dalla pillola (11,1 per cento maschi vs 11,5 per cento femmine) e poco meno del 6,5 per cento riferisce l'uso di metodi naturali.  Nella rilevazione 2018, i ragazzi di 11, 13 e 15 anni che hanno risposto al questionario sono stati 58.976 distribuiti in tutte le regioni italiane, con un tasso di rispondenza complessivo pari al 97,1 per cento; le classi campionate sono state 4.183, distribuite anch'esse in tutte le regioni d'Italia, con un'adesione pari all'86,3 per cento. L'elevata partecipazione, sia dei ragazzi che delle classi, è indicativa di un buon livello di sinergia tra il settore scolastico e il settore sanitario, nonché di una sensibilità particolare delle famiglie dei ragazzi verso i temi affrontati. L'indagine è stata promossa dal ministero della Salute/ Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ccm), coordinato dall'Istituto superiore di sanità insieme alle università di Torino, Padova e Siena e svolto in collaborazione con il ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, le regioni e le aziende sanitarie locali.

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