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Per ‘battere' il melanomamedici e oncologi insieme

L'incidenza dei tumori alla pelle è andata aumentando soprattutto tra i giovani, adolescenti e bambini

Maria Rita Montebelli
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Ricerca clinica e transazionale sui nuovi farmaci, prevenzione primaria a partire dalle scuole elementari, maggiore collaborazione con i medici di famiglia e istituzione di un gruppo di giovani oncologi. Sono le tre armi che l'Intergruppo Melanoma Italiano (IMI) vuole mettere a punto sotto la guida del nuovo presidente Paola Queirolo (nella foto), dirigente medico dell'Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova, per contrastare il melanoma in Italia: il tumore della pelle che negli ultimi 10 anni ha raddoppiato la sua incidenza e ogni anno colpisce quasi 200 mila persone in tutto il mondo, con 10.500 casi e 1.500 morti solo nel nostro Paese. “Nella lotta al melanoma è fondamentale il coinvolgimento dei giovani: per questo motivo l'Intergruppo Melanoma Italiano punterà sulla costituzione, all'interno dell'Associazione, di un gruppo di giovani oncologi e porterà avanti un'intensa attività di prevenzione nelle scuole elementari e medie in Italia. Infatti, l'incidenza dei tumori alla pelle è andata aumentando soprattutto tra i giovani, adolescenti e bambini. È quindi fondamentale andare nelle scuole, spiegare che cos'è il melanoma, come ci si può proteggere e come ci si deve comportare al sole. Infine, è fondamentale rafforzare i rapporti tra l'IMI, i medici di famiglia e le associazioni dei pazienti”, ha dichiarato la dottoressa Paola Queirolo, eletta nuovo presidente dell'IMI nel corso del XIX Congresso Nazionale dell'Associazione, che si è concluso nei giorni scorsi a Napoli. Da John Kirkwood dell'University of Pittsburgh a Richard Kefford, direttore del Westmead Institute for Cancer Research di Sidney, passando per Franco Marincola, del National Institutes of Health in Bethesda, Maryland: il congresso nazionale dell'IMI ha visto la partecipazione dei maggiori esperti italiani e internazionali impegnati nella ricerca del tumore della pelle. “Gli esperti – ha aggiunto Paola Queirolo – hanno discusso di nuovi studi e strategie terapeutiche. In particolare, si è posto l'accento sull'importanza delle target therapy negli stadi più avanzati del melanoma, con nuove combinazioni terapeutiche che permettono di inibire la tirosinchinasi e dare così un beneficio clinico sostanziale ai pazienti che presentano una mutazione del gene BRAF, presente nel 50% dei casi di melanoma metastatico”. Paola Queirolo è responsabile del ‘Disease Management Team' del melanoma dell'IRCCS San Martino di Genova e di numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali sul melanoma. Ha pubblicato più di 100 lavori su riviste scientifiche peer-reviewed. (LARA LUCIANO)

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